11 novembre 2018

Killing Joke (Parma, Campus Industry Music 25.10.2018)


Era da tantissimo tempo che desideravo vedere i Killing Joke, band a cui sono legato da quando ero un ragazzino. Il mito di Jaz Coleman ha sempre suscitato in me un fascino irresistibile, tanto da essere quasi sicuro che alla fine non sarei mai riuscito a vederli dal vivo. Per diverse date, infatti, io e i KJ ci siamo sempre sfiorati. Il gruppo di Coleman, per chissà quale sfregio, ha anche suonato in Sardegna diversi anni fa, ovviamente in estate e in provincia di Cagliari. Proprio per sfatare questo imbarazzante tabù ho deciso alla fine di prendere la macchina da solo e macinarmi i chilometri fino a Parma, un po' come ai vecchi tempi quando, noncurante del lavoro e della fatica, mi passavo le notti in automobile avanti e indietro tra Emilia, Veneto e Lombardia pur di non perdermi nessuna gig. I tempi sono cambiati, l'età avanza e non ho più la voglia e il fisico per fare da solo determinate trasferte. Ma i Killing Joke, questa volta, non potevo perderli...

Ho già parlato del Campus di Parma in un post precedente. Davvero non male come location, ad iniziare dall'ampio parcheggio che vi si trova proprio davanti. Il locale va benissimo per questo tipo di concerti, anche se la zona di Parma non è poi così centrale per poter fare delle trasferte periodiche. Dopo un primo gruppo di cui non so nulla, i secondi a presentarsi in scena sono stati i Turbowolf, band che alla fine non mi è affatto dispiaciuta. Il cantante, una sorta di Frank Zappa piuttosto stravagante, riesce alla fine ad attirare l'attenzione del pubblico grazie alla sua ironia e ad una performance piuttosto buona. Due album e un EP all'attivo, ma una presenza scenica accettabile. Chissà...

L'attesa comunque è ovviamente tutta sui Killing Joke, una band che certo non ha bisogno di presentazioni. I padrini dell'industrial rock iniziano ad avere diverse primavere sulle spalle: ben quarant'anni di carriera! I loro capelli bianchi, se vogliamo escludere quelli tinti di Coleman, sono segno di esperienza e di importanza. Ma è sempre il solito Jaz a focalizzare le attenzioni tutte su di sè. Jaz è un personaggio davvero particolare, con una biografia alle spalle che sfora tra la leggenda ed il bizzarro. Sta sul palco battendo i piedi su un tappeto persiano, portandosi la mano sinistra vicino all'orecchio come se avesse un auricolare ogni volta che canta. La voce c'è, anche se a volte esce fuori a fatica. Devo dire che il loro concerto un po' mi ha emozionato, soprattutto sui vecchi pezzi come "Requiem" o "Wardance". Intramontabili! Si è partiti da "Love like blood" e si è passati ad "Eighties" e "The Wait". Coleman sembra un pazzo, con la sua folta chioma di capelli e lo sguardo allucinato.

Piccola pecca del concerto: la durata. Soltanto 70 minuti, ma in fondo non ci potevamo aspettare altro. "Pamdemonium" chiude un set piuttosto breve, ma che ha me sembra durato un'eternità.
Piano piano sto iniziando a recuperare tutti quei gruppi che mi sono perso una vita fa... e i KJ erano uno dei più importanti. Bella serata, difficilmente la dimenticherò!



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