18 maggio 2019

Lords of Chaos (J.Åkerlund 2018)

Titolo Originale: LORDS OF CHAOS
Regia: Jonas Åkerlund
Interpreti: Rory Culkin, Emory Cohen, Sky Ferreira, Sam Coleman, Anthony De La Torre, Jack Kilmer, Valter Skarsgård
Durata: h 1.52
Nazionalità: Gran Bretagna, Svezia 2018
Genere: drammatico

Trasposizione cinematografica dell'omonimo bestseller, il film racconta le vicende del diciassettenne Euronymous che, con i suoi amici, ha dato vita ad un progetto musicale di metal estremo, i Mayhem. Per dare visibilità alla band, il gruppo inizia a compiere una serie di atti scioccanti, inoltrandosi in una spirale di violenza, incendi dolosi ed omicidi che scuoterà la nazione.
(fonte: Filmscoop.it)

Tratto da verità e bugie, come giustamente viene sottolineato all'inizio del film, la pellicola è una buona testimonianza, ovviamente romanzata, delle origini della scena black metal norvegese, compresi gli atti di cronaca nera che ne hanno ferocemente scosso le fondamenta. Omicidi, chiese bruciate (si parla di decine e decine di roghi, presunti e non, a opera loro), atti vandalici hanno reso celebre le band e le persone che ne sono state coinvolte, portando ai riflettori del globo la nascita di un genere musicale piuttosto controverso, ma allo stesso tempo affascinante. I protagonisti di questa pellicola sono i musicisti dei Mayhem: Euronymous, Dead, Burzum e diversi altri, costruendo una storia che parte dalle radici della musica estrema portata verso un circolo di violenza fino alla nascita dell'Inner Circle di cui tanto si è vociferato per anni. In tutto questo, la rivalità dei due artefici più estremi ha portato la situazione ad implodere su se stessa, portando caos e distruzione, rivalità e odio e trasformandosi ben presto in una faccenda molto più grande di loro stessi.
Il film non è perfetto. A tratti si perde, tanto da sembrare di essere davanti a dei videoclip frammentati (del resto Akerlund ne è un perfetto esponente di questa particolare arte. nda). La recitazione non è male ed i personaggi sono abbastanza caratterizzati. Non era facile trasporre un libro del genere, senza ricorrere ad alcuni artefizi forse generati per ingraziarsi un po' il pubblico. Sono rimasto perplesso dal fatto che la pellicola sia una sorta di rivalutazione della figura del protagonista, Euronymous, descrivendolo un po' ingenuo, distaccato da quello che stava accadendo ma pronto allo stesso tempo a prendersene i presunti meriti. La sua redenzione finale, poi, che lo fa sembrare come un chierichetto innamorato e redento è alquanto discutibile! Al contrario la figura di Varg appare ridicola, forse apposta. La scena dell'intervista è tanto di più ironico ci sia in questo film, facendo passare il musicista come un emerito babbeo ma allo stesso tempo come un uomo di successo di fronte alle conquiste femminili.
Dietro dunque una sceneggiatura con alti e bassi, la pellicola rende comunque giustizia ad un movimento musicale importante e a tutto ciò che ne è conseguito. La musica, purtroppo, molto spesso è rimasta dietro la scena, presente soltanto tramite alcuni spezzoni e sempre di sottofondo.
Una menzione a parte riguarda la figura di Dead con tutte le sue stranezze e manie (il corvo morto dentro un sacchetto, il criceto crocifisso, il suo odio per i gatti). Suggestiva e senza censura la scena del suicidio, oltre alla reazione di Euronymous nel momento in cui trova il cadavere e da vita a quello che sarà la nascita del movimento black metal norvegese.
Mi è piaciuto? Direi di si, anche se bisogna accostarsi al prodotto come di fronte ad un film di intrattenimento, piuttosto che ad un documentario veritiero, senza menzogne.


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