2 dicembre 2014

Giovanni Rossi - "Led Zeppelin '71: la notte del Vigorelli" (Tsunami ed. - 2014)

Forse non tutti sanno che la più grande band di tutti i tempi, i Led Zeppelin, nel lontano 5 luglio del 1971, fece un concerto in Italia. precisamente a Milano. Il primo.... e l'ultimo! Forse non tutti sanno che quel concerto sarà destinato ad essere memorabile, non perchè la band di Plant & Co. fece uno show magnifico. Tutt'altro: i Led Zeppelin suonarono solo 26 minuti! La notte del Vigorelli, il velodromo che ha ospitato quella storica "apparizione" del grande gruppo inglese, rimarrà nella storia dello spettacolo italiano per tutta una serie di motivi, come avrete già capito piuttosto negativi!

Ma procediamo con ordine: nel 1971 gli Zeppelin, dopo aver pubblicato tre album di successo (LZ IV non era ancora stato dato alle stampe) ed essere ormai indicati come la band più importante e famosa del pianeta dalla stampa internazionale, vennero invitati a tenere un concerto in Italia dal manager Ezio Radaelli, patron di quello che era in quegli anni il festival musicale itinerante più popolare della nostra nazione, il Cantagiro. L'idea di Radaelli era quella di inserire come ospite d'onore la band più grande di quei tempi in chiusura della tappa principale del festival, Milano, facendo dunque esibire i big della musica leggera (Dalla, Morandi, i Ricchi e Poveri, Pavone, New Trolls, etc.) prima del suddetto gruppo. Ma, per sua sfortuna, non aveva tenuto conto di diversi fattori che andarono tutti a suo discapito... e a quello di tutte le persone presenti in quel fatidico giorno.

Parliamo ora del libro di Giovanni Rossi. "Led Zeppelin '71" non si limita soltanto a descrivere soltanto quella terribile sera di luglio, ma prende in esami tutti i diversi aspetti legati a tale evento. Oltre a una breve biografia del gruppo, che aiuta il lettore a capire chi erano effettivamente gli Zeppelin negli anni '70, Rossi descrive in maniera esauriente la situazione dell'Italia di quel periodo. Stiamo parlando degli anni che seguono il famoso '68, anni di disagio e lotte di classe tra Stato, studenti, operai. Anni di lotta sociale e politica sfociati in episodi di violenza e manifestazioni contro l'ancora giovane Repubblica Italiana, che portarono in seguito agli anni di piombo e al clima di guerra fredda del periodo. Non manca un'analisi approfondita di quello che era il panorama della musica leggera italiana: la chiusura del mercato musicale estero, ricco di fermenti sempre più difficili da ignorare, per avvantaggiare gli artisti di casa nostra, di cui il Cantagiro ne era la più ampia espressione. Rossi non trascura nessuno di quegli elementi che hanno portato Page e compagni ad esibirsi nel nostro paese. La notte del concerto è raccontata ora dopo ora da tutta una serie di testimonianze di persone che vi hanno assistito, sia da davanti che da dietro il palco.

Non staremo qui a descrivere per filo e per segno tutti i momenti che hanno portato la polizia, messa a "proteggere" il luogo dell'evento, a scontrarsi con una folla di 3000 persone comprendenti figure di ogni estrazione sociale e politica, o semplicemente di giovani che volevano assistere al concerto entrando senza pagare, seguendo il detto di quei tempi che la cultura, e dunque anche la musica, era di tutti e non era giusto pagare cifre, al tempo molto salate. per un qualcosa che vedevano come un loro sacrosanto diritto. Sta di fatto che gli scontri tra i celerini e tutte le persone che avevano trovato il concerto come una scusa per manifestare il loro disappunto, sfociarono ben presto in scontri fisici e lanci di lacrimogeni (anche ad altezza d'uomo) non solo al di fuori dell'impianto ma anche all'interno di esso, dove intanto più di diecimila persone stavano seguendo la manifestazione canora. Risultato: la folla, per mettersi in salvo, dovette passare attraverso il palco per salvarsi dagli attacchi delle forse di polizia, distruggendo la strumentazione, diverse parti dell'impianto e mettendo in serio pericolo anche la stessa vita degli Zeppelin, costretti dopo una ventina di minuti ad interrompere il loro show, soffocati dal fumo dei lacrimogeni, e a rifugiarsi nei locali dell'infermeria fino alla fine degli scontri.

Soltanto per miracolo non ci scappò anche il morto, ma i danni furono ingenti e l'Italia subì una perdita d'immagine piuttosto elevata a livello internazionale per colpa di questo sinistro evento.
Rossi a questo punto analizza tutte le cause che hanno portato a questa disfatta, sottolineando come le testate giornalistiche dell'epoche tendessero a dare la colpa dei fatti chi ad un corpo di polizia provocatore, inadatto a gestire un evento di proporzioni simile, sfociando nella violenza gratuita contro i colpevoli e le persone innocenti che assistevano tranquillamente al concerto, chi ad un gruppo di esagitati, preparato a rivendicare i loro diritti sociali e politici tramite lo scontro con i rappresentanti (la polizia) di uno Stato sordo alle loro esigenze, chi all'organizzazione, colpevole di aver unito appassionati della musica leggera italiana con gli intolleranti fans degli Zeppelin, stufi ormai della chiusura mentale da parte della nostra nazione riguardo al panorama musicale estero.

Oltretutto, fra i vari sconfitti della serata, dobbiamo annoverare non soltanto la band, l'organizzazione, il pubblico o le forze dell'ordine ma anche gli stessi cantautori italiani presenti nella rassegna canora. I Ricchi e Poveri vennero malamente fischiati, Dalla si rifiutò di salire sul palco, il ben famoso Gianni Morandi fece in tempo a cantare soltanto una canzone, preso come bersaglio da lanci di terra, bottiglie e di un barattolo, che lo centrò in pieno.

Per concludere, uno dei meriti di questo libro è senza dubbio quello di dare una voce a tutti e di non tralasciare nemmeno il più piccolo particolare, scrivendo con uno stile giornalistico chiaro, imparziale ed esauriente. Una testimonianza unica di un evento che fa parte della nostra storia, nel bene o nel male.

Voto: 8


"Italia è una parola che non va mai pronunciata in mia presenza" - Jimmy Page


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