17 gennaio 2015

Paul Stanley - "Dietro la maschera" (Tsunami ed. 2014)

Dopo aver letto l'autobiografia di Gene Simmons e un libro sui primi anni dei KISS (Nothin' to lose - la nascita dei Kiss), adesso è il turno di recensire l'autobiografia di Paul Stanley, voce, chitarra ritmica e frontman del leggendario quartetto mascherato. Devo dire che la lettura si rivela decisamente più interessante rispetto a quella del suo compagno di band, Gene Simmons. La storia di Paul non è tutta rose e fiori come quella del Vampiro, mi rivolgo soprattutto alla sua infanzia tristemente segnata da dei genitori incapaci di dargli l'amore e l'attenzione di cui lui aveva disperatamente bisogno per superare un trauma enorme: la nascita senza un orecchio e la sordità data da questo fatto. Il frontman dei Kiss descrive tutto il dolore di un'infanzia passata a difendersi dalla sua situazione di menomato fisico che lo ha portato a chiudersi verso le persone che lo circondavano, reputandolo un diverso. Ma anche a questo fatto si deve la grande determinazione nel costruire una band di successo lungo una strada dettata da tante difficoltà e sacrifici.
Paul infatti non smette mai di credere nelle sue capacità: pur non essendo dotato di un grandissimo talento, sia per quanto riguarda la voce che la sua abilità con la chitarra, dedica anima e corpo al suo progetto di rivalsa contro un amaro destino. Scrive canzoni, fonda una band con l'egocentrico Gene Simmons (con cui firmerà un sodalizio per molti decenni alla guida della band), l'inetto e capriccioso batterista Peter Criss, il talentuoso ma autolesionista Ace Frehley. Insieme, come tutti sanno, danno vita ad un gruppo mascherato che ha scritto, attraverso grandissimi pezzi, la storia del rock del periodo, ma non solo.
Paul racconta per filo e per segno tutte le sue avventure con i Kiss, la sua solitudine interiore ma anche i grandi successi commerciali, la sua vita in famiglia e le sue attività collaterali di pittore e attore in un musical. Pur non avendo nessun vizio riguardo alcol e droghe, la sua passione per le tante, tante donne avute grazie al suo status di rockstar gli hanno permesso una vita sessuale incredibile, forse seconda soltanto al suo partner Gene Simmons. Oltre ai tanti aneddoti presenti nel libro, non mancano naturalmente i giudizi, soprattutto negativi, sui suoi compagni di gruppo e sul loro staff: se non ha peli sulla lingua nel distruggere, meritatamente, la figura di Criss e Freheley, non disdegna  numerose critiche sullo stesso Gene Simmons, facendo cadere la sua aurea di genio del marketing ed affarista infallibile. Attraverso Paul percorriamo tutta la carriera dei Kiss, tra grossi successi e flop, mascheramenti e smascheramenti, spettacoli pirotecnici e buona musica. Talvolta le sue autocritiche sembrano certo un pò forzate e piene di troppo buonismo, ma tutto ciò non snatura la forza di questa autobiografia, la cui lettura sarà gradita non soltanto ai fan della band.
Adesso non mi rimane che leggere le biografie dell'altra parte dei Kiss, quelle di Peter e Ace...

Voto: 7,5

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