9 gennaio 2016

Sepultura (Cagliari, Molo Ichnusa 25.07.2003)


Ho già decantato le lodi ai Sepultura recensendo l'autobiografia di Max Cavalera qualche decina di post fa (andate a leggervela qui, su!), perciò tralascio in toto questa parte. Se parlo di nuovo della band brasiliana per eccellenza, lo faccio perché i suddetti, nell'ormai lontano 2003, hanno calpestato il Sacro Suolo Sardo (SSS), tenendo un concerto a Cagliari, al molo Ichnusa. Un evento storico per la mia povera patria e una serata indimenticabile per tutti i sardi provenienti da tutta l'isola che hanno assistito all'evento. Unica pecca: la formazione non era quella storica, bensì la Mark III con Derrick Green, enorme gorilla di colore, alla voce! Niente Max Cavalera dunque, ma la formazione "bastarda" ottenuta dopo il suo allontanamento... Anche di questo ho già parlato in precedenza, dunque non vi faccio perdere altro tempo e parliamo dello show!
Estate, anno dell'oscuro Signore 2003. Mi trovo al Molo Ichnusa in quel di Cagliari, felice di trovarmi davanti ad una delle mie band preferite. Lo so! L'assenza di Max smorza decisamente il mio entusiasmo. Tuttavia non posso fare a meno di ritenermi fortunato per avere la possibilità di vedere la band nel già tanto decantato SSS. Il Molo Ichnusa è uno spazio piuttosto insolito per tenerci un concerto: area portuale, come avrete già capito, in cui è stato piazzato un enorme tendone (o era un capannone? Mah!) aperto sui due lati esterni. "Almeno non rischiamo di morire soffocati" - è il primo pensiero che mi si affaccia in mente una volta arrivato sul luogo. Oltretutto in questi giorni la location è stata spostata dal parco di Monte Claro a qui a causa della Curia cagliaritana, scandalizzata dal fatto che un gruppo con quel nome "profanasse" il sacro suolo del Parco. A nulla è valsa la difesa degli organizzatori dello show contro il bigottismo cattolico, ovviamente. Per citare una frase di A.Serra: - "Se il gruppo si fosse chiamato "Grave" (traduzione di "tomba" in inglese, come lo è "sepultura" in portoghese), nessuno avrebbe battuto ciglio!" - . Andiamo avanti...
L'affluenza di pubblico (sulle 2000 persone) non è delle migliori! I sardi sono un popolo di assenteisti, molto restii a cacciare fuori i soldi quando si tratta di vedere show dal vivo. Soltanto un nutrito gruppo di fedelissimi è oggi qui presente; non abbiamo corso il rischio di morire schiacciati, sai che conquista! A parte le polemiche, Green e soci salgono sul palco carichi come pile e attaccano "Corrupted". Un piccolo mosh inizia a farsi vedere tra il pubblico, ma è quando attaccano "Slave new world" che le cose iniziano a farsi serie! Il vecchio materiale del gruppo di Belo Horizonte è decisamente più d'impatto di quello nuovo. Non posso che esultare nel sentire "Propaganda" o "Desperate cry", anche se quest'ultima spezzata da un medley. Diversi medley che sono presenti in setlist e che sinceramente mi fanno girare un po' le palle! Non puoi tagliarmi la mia favorita "Inner self" o la mitica "Arise"! Pur adorando alla follia questi pezzi, non sono affatto soddisfatto sulla loro riuscita in sede live da parte di Green e soci a causa dell'assenza su questi della seconda chitarra e di un'impronta più hardcore data al vecchio, solido materiale. Bellissime "Territory", l'inno "Refuse/resist" e la vecchia "Troops of doom". La mia gola chiede pietà. Ho apprezzato, del nuovo materiale, solo la cover di "Bullet the blue sky" degli U2, più bella dell'originale. Le altre non mi hanno affatto entusiasmato! "Come back alive" forse un pochino, ma è stata subito dimenticata a favore della granitica "Roots bloody roots". Emozione nel sentire un brano che mi ha accompagnato nella mia infanzia metallica...
Il concerto dura non più di un'ora e venti minuti. Velocissimi! L'assenza di Max Cavalera si è sentita eccome! Green non mi convince affatto. Kisser regala i suoi grandissimi assoli, ma velocizza troppo le sue composizioni, andando a perdere la pulizia del suono che aveva caratterizzato album come "Arise" o "Chaos A.D.". Paulo Jr. fa il suo lavoro, anche se il suo basso non fa certo la differenza. Igor Cavalera è l'unico che tiene alto il nome della band. Osannato spesso dalla folla, maglietta della Nazionale Italiana addosso, il suo drumming è di tutto rispetto.
Il rientro a Sassari è lungo, ma tutto sommato ne è valsa la pena. I Sepultura in Sardegna... non è una barzelletta!


Setlist:

Corrupted
Slave New World
Messiah (Hellhammer cover)
Propaganda
Attitude
Apes of God
Choke
More of the Same
Desperate Cry / Biotech Is Godzilla
Inner Self / Beneath the Remains
Mind War
We Who Are Not as Others
Troops of Doom
Refuse/Resist
Territory
Bullet the Blue Sky (U2 cover)
Arise / Dead Embryonic Cells

Encore:
Come Back Alive
Roots Bloody Roots

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