22 febbraio 2016

A Tribute to "Turbo". Genesi di un Metalhead!

Non ricordo esattamente quando è stata la prima volta che ho avuto in mano quest'album, ma posso affermare con esattezza che è stato lui a creare il "mostro" che sono diventato oggi! Ero sicuramente alle medie, quello è abbastanza sicuro, ma sono passati così tanti anni che non ricordo con precisione giorno, mese e anno. Ricordo però la musicassetta che avevo in mano: "Turbo" dei Judas Priest. Bianca, sporca e ovviamente registrata, o meglio dire duplicata da un piccolo stereo a doppia cassetta. A quei tempi non esistevano gli mp3 ne tanto meno internet. Chi aveva la musicassetta originale di un album, per non parlare del vinile, era considerato un uomo ricco. Chi aveva uno stereo, impianto hi-fi o portatile a doppia cassetta, era semplicemente una persona fortunata perché poteva duplicare all'infinito una cassetta, non importava se il master fosse originale o no. La qualità era un optional; l'importante era possedere la musicassetta, registrata su dispositivo vergine anch'esso di dubbia qualità. Chi ha quarant'anni o qualcosa di meno ricorderà sicuramente quei tempi bui dove per ottenere una registrazione decente di un album appena uscito dovevi sudare le proverbiali sette camice. La pirateria non è mai morta, si è solo evoluta! Ogni tanto avevo qualche soldo per comprarmi qualche vinile o musicassetta e lo facevo di nascosto, per nascondere ai miei genitori il fatto di sputtanarmi letteralmente quei pochi soldi che avevo sempre in tasca. Li nascondevo sotto la giacca per portarli sani e salvi in camera mia, lontano dagli occhi di tutti tranne che del sottoscritto. Stranamente, con il tempo, aumentavano a dismisura. I CD invece sono arrivati dopo, guardati con sospetto da tutti i "metallari" perché costosi e con quella copertina così piccola. Non si potevano masterizzare, ma avevano il grande vantaggio di poter scegliere la canzone da ascoltare soltanto con un click!
Ok, ho divagato abbastanza. Ero rimasto al punto in cui avevo in mano la musicassetta di "Turbo" e la stavo osservando. Come ho già detto in precedenza, non si trattava affatto di un originale, ma di una mera copia. I titoli delle canzoni erano scritti a penna, divisi in lato A e lato B, roba senza senso ai giorni nostri... La copertina era stata ritagliata da una rivista, HM o Metal Shock, grande quanto un francobollo o forse più! Ricordo di aver pensato come facesse abbastanza schifo! Una mano con dita smaltate che impugnava un joystick o una coloratissima manopola da motocicletta. Iniziavamo proprio male!
Piccola premessa: qualcuno si chiederà che cosa ascoltassi prima di tutto ciò. Va bene, togliamo gli scheletri dall'armadio. Ero un grande fan di Vasco (giù insulti...) e Madonna. La musica, a quei tempi, era quella. Conosco tutti i loro primi album. Li avevo tutti registrati su nastro e li ascoltavo tutti i santi giorni. Ecco che mi sono confessato! Penitenza? A parte tutto, se oggi critico aspramente il Blasco ho i miei buoni motivi e nessuno può accusarmi di denigrare qualcosa che non ho mai ascoltato.
Ritorniamo a "Turbo". La musicassetta mi era stata regalata da mio cugino, devoto metalhead da diverso tempo e adoratore di Satana, o almeno così credevo visto i poster e le riviste piene di capelloni borchiati che aleggiavano nella sua stanza. Come si poteva ascoltare una musica che era tutta un gran casino? Dovevo scoprire il mistero, e quale modo migliore che provarlo sulla propria pelle? Infilo la musicassetta nel mio piccolo stereo e parte "Turbo lover". Che chitarre, che sound! Il cantante aveva una voce al vetriolo. La melodia era qualcosa di incredibile. Com'era possibile che si capissero i testi, che la canzone avesse un ritornello se l'heavy metal, a detta di molti, era solo un gran fracasso? La frase "I'm your turbo loveeeer!" è rimasta nella mia testa per ripetersi lì dentro per giorni e giorni... Questo è stato il mio primo ascolto di genere metal! Fine.
Soltanto qualche giorno più tardi ho scoperto che la cassetta aveva ben altre canzoni... Riesco ad andare avanti con l'ascolto dopo "Turbo lover" e arriva "Locked in". Bella, incazzata, ma non come la bellissima "Turbo lover". Tutto qui, mi chiedo ? Proviamo a vedere cosa c'è dopo... Beh, lì è stato un vero e proprio orgasmo. "Private property" e "Parental guidance" mi hanno inchiodato sulla sedia. Canzoni di un'epicità unica... Ancora oggi sono tra le mie preferite, un qualcosa che si è insinuato nel mio DNA per rimanerci a vita. I Judas Priest in quel momento erano il mio gruppo preferito. Bastavano solo quelle quattro canzoni. Passa qualche altro giorno e vado avanti con l'ascolto. "Rock you all around the world" e "Out in the cold" mi stregano, soprattutto quest'ultima. Sogno un live dei Priest in cui la utilizzino come opener, ma soltanto più tardi verrò a scoprire come quest'album da me osannato sia invece considerato dalla critica e da un buon numero di fan come "il peggior album della storia dei Priest". L'intro di "Out in the cold" è il più figo in assoluto, ecco cosa ho pensato in quel momento. Mi sentivo come Indiana Jones dopo aver scoperto la fottutissima arca perduta! Altro che Vasco e quella porcona di Madonna! Le ultime tre di "Turbo" le ho ignorate per lungo tempo... Mi bastavano soltanto le precedenti.

Così è nato il metalhead che molti conoscono ai giorni nostri! La ricerca di ogni album dei Judas Priest è in seguito diventata la mia missione di vita, ma grande è stata la sorpresa quanto ho potuto constatare l'esistenza di un live dove le canzoni di "Turbo" erano presenti cantate dal vivo dalla band. Il secondo album di genere che mi sono procurato è stato infatti il "Priest... Live!" del 1987. Grande disco, doppio disco. Un'intera musicassetta duplicata piena fino alla fine con un concerto dei Priest. Mi ricordo che la consumai fino a romperla a forza di ascoltarla. Oltre alle bellissime canzoni di "Turbo" erano presenti song ancora più belle! Non voglio descrivervi canzone per canzone, basta che andiate a vedere la scaletta del Live in questione per capire come mi si aprì un intero mondo a me allora sconosciuto. "Heading out to the highway" è ancora la mia preferita dei Priest. "Living after midnight" un inno ai posteri! "Priest... Live!" divenne la mia cassetta preferita. Niente e nient'altro sarebbe riuscito a farmi cambiare idea e gruppo preferito. Fino a quando non scoprì "The Number of the beast" dei Maiden, ma quella è un'altra storia...

Sono passati diversi anni. Oggi so che "Turbo" non è il miglior album dei Judas Priest. Ma si sa: il primo amore non si scorda (quasi) mai!



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