29 maggio 2016

Steve'n'Seagulls (Bologna, Zona Roveri 24.05.2016)


Volete andare a vedere una band di cinque pazzi vestiti da agricoltori scandinavi? Volete ascoltare i grandi classici eseguiti in salsa agricolo-folk, magari con una massiccia dose di humour finnico? Se tutto questo fa per voi, non potete mancare al prossimo concerto degli Steve'n'Seagulls, gruppo proveniente dalla gelida Finlandia, terra in cui tutti ascoltano metal, black e perfino glam rock! Se il loro nome vi è sconosciuto, una puntatina su Youtube è d'obbligo; i loro video, un misto tra comicità, scene bucoliche e pazzie variopinte, hanno spopolato sul web già da tempo, costruendo pian piano un piccolo seguito dietro questa piccola (ma mica tanto) band di provincia.
Gli Steve'n'Seagulls non si prendono sul serio, ma allo stesso tempo suonano le loro cover in maniera impeccabile. Sono polistrumentisti, grossi ragazzoni del nord Europa la cui missione è divertire a colpi di rock e mandolino. Non sono nemmeno entrato in Zona Roveri, piena periferia di Bologna, che te li trovo dietro al banco del merchandising in canottiera, cappello da agricoltore finnico e un sorrisone sulle labbra. Il locale, purtroppo, non è molto gremito. La birra costa cinque euro e la tessera Arci, indispensabile per poter accedere al posto, costa ben dieci euro! Fortuna vuole che un santo del luogo ci ha regalato un biglietto, da buon samaritano. Se stai leggendo queste poche righe, sappi che ti troverò, prima o poi, e ti offrirò una birra! Un gruppo folk nostrano sta aprendo la serata. Una birra e poi sotto il palco, dove non bisogna certo sgomitare per stare nelle prime file.
"Steve e i gabbiani" salgono sul set: uno è grosso in salopette, con in mano un minuscolo mandolino, un altro in canotta nera e chitarra acustica, l'altro in salopette, smilzo, con davanti un contrabbasso enorme. Seguono un agricoltore con tanto di cappello e banjo e un batterista a petto nudo... Non giudicate qualcosa dalla confezione, perché se è vero che il loro abbigliamento e la loro presenza scenica suscita una certa ilarità, i loro pezzi risultano pesanti ma allo stesso tempo ben curati. Una "Paradise city" in salsa folk apre subito il set.  Si capisce subito che Hiltunen, un omone enorme con un mandolino che nelle sue mani risulta ancor più piccolo di quello che è, copricapo in pelliccia in stile trapper, è il mattacchione del gruppo. Le sue mimiche, accompagnate dalle sue facce buffe, strappano ben più di un sorriso ai presenti: suona, si diverte, passa da uno strumento ad un altro come se niente fosse e beve birra Peroni! Incredibili i suoi assoli classici, come quello di "Nothing else matters", fatti con la fisarmonica. Steve e soci fanno pezzi lenti e veloci del metal riadattandoli al loro stile. Stranissima "Ich will" dei Rammstein nelle loro mani, per non parlare di una "Symphony of destruction" a colpi di balalaika! Herman e il suo banjo sostituiscono la chitarra elettrica, i suoni del mandolino fanno il resto. Si va da ritmi lenti, cadenzati, fino ad una esplosione di sano folk da sagra country di paese. Steve e soci si gasano e gasano pure il pubblico, soprattutto dopo una "The Trooper" o una "Thunderstruck" da brividi. Piccola sorpresa nella setlist risulta "In Bloom" dei Nirvana... La mia preferita? Ovviamente "Black dog", inutile dire di chi! Tra una song e un'altra, tra mandolini, contrabbassi, flauti traversi, tastiere (prese con una sola mano dal corpulento Hiltunen) e altri strumenti strani, la serata volge al termine. I nostri ci deliziano con la conclusiva "Born to be wild" e salutano la folla, sempre più partecipe e presente alle loro richieste.
Se avevo deciso di andare a vederli solo questa volta, adesso son riusciti a convincermi dell'esatto contrario! 

Setlist:

Paradise City (Guns N’ Roses cover)
Wishmaster (Nightwish cover)
Holy Diver (Dio cover)
The Trooper (Iron Maiden cover)
Symphony of Destruction (Megadeth cover)
Ich Will (Rammstein cover)
Aces High (Iron Maiden cover)
In Bloom (Nirvana cover)
You Shook Me All Night Long (AC/DC cover)
Black Dog (Led Zeppelin cover)
Seek & Destroy (Metallica cover)
Over the Hills and Far Away (Gary Moore cover)
Nothing Else Matters (Metallica cover)
Thunderstruck (AC/DC cover)

Encore:
Born to Be Wild (Mars Bonfire cover)

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