4 giugno 2016

Gods of Metal 2016 (Monza, Autodromo 02.06.2016)

Dopo qualche anno di pausa, ritorna il festival metal italiano per eccellenza: il Gods of Metal, questa volta in una location completamente diversa rispetto alle edizioni passate: l'autodromo più famoso d'Italia, ovvero quello di Monza! Da un iniziale festival di due giorni, a causa del forfait dei Kiss, è stato purtroppo ridotto ad una singola giornata. Com'era questa nuova location, le band, l'organizzazione e tutto il resto lo andremo a vedere in questo piccolo report, diviso per sezioni:

La location: l'autodromo è un posto certamente affascinante, ma non pieno di difetti. Iniziamo comunque dalle cose buone, come si suol dire. Il parco, polmone verde della Brianza, è davvero suggestivo, immerso in un verde che più verde non si può! L'area è ottima per fare concerti, anche perchè ne è stata usata soltanto la minima parte per allestire l'intero festival. Tutto sembra perfetto, peccato che l'entrata e l'uscita, come al solito, non siano state curate, in barba a tutte le disposizioni di sicurezza presenti in Italia.
Per arrivare al prato bisognava circumnavigare tutto l'autodromo! Chilometri e chilometri a piedi, per poi ritornare a metà strada passando da un altro cammino. Solo per entrare ci sono voluti 40 minuti di camminata veloce, che abbiamo dovuto fare anche per uscire. E proprio nello sfollamento finale sta il grosso problema: un ponticello sopraelevato che passa sopra il circuito fa da imbuto alla folla in uscita; in caso di panico, si genererebbe il classico effetto "tritacarne" che ha già procurato diverse morti in passato in location ben più attrezzate di questa. Inoltre il passaggio a piedi, di notte, rimane senza illuminazione. Esiste solo una strada per uscire nemmeno tanto larga dove ha dovuto sfollare la colonna di macchine provenienti dai parcheggi, la folla, e l'ambulanza, che arrivava in senso opposto verso l'autodromo. Fantastico! Se vogliamo aggiungere il fatto che nella via d'uscita la folla è passata affianco a dei generatori che alimentavano i lampioni del viale, abbiamo il quadro completo della situazione.

I servizi: questa volta, dopo la disorganizzazione dell'anno scorso al Sonisphere di Assago, sono finalmente riusciti a mettere nel pit bagni privati e servizio ristorazione, ovviamente in quantità esigua che ha generato diverse code per tutta la durata del festival. Troppo pochi per la sola folla del pit! Le entrate erano situate abbastanza bene, a dispetto del mitico festival dello scorso anno...

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Le band: procediamo con ordine: sono arrivato giusto giusto per gli Halestorm. Mi spiace per i gruppi presenti prima, sarà per un'altra volta.

Halestorm: la band di Lzzy Hale appare troppo presto nel festival e riesce a scaldare appena appena gli animi. Il gruppo si danna per attirare l'attenzione ed effettivamente ci riesce, ma non è l'ora ne il luogo adatto per poterli giudicare appieno. Rimandati a data da destinarsi, sperando sia molto presto.

Gamma Ray: avevo già visto diversi anni fa il gruppo di Kay Hansen, band storica del power metal, autore di diversi lavori ineccepibili in era post Helloween. Questa volta Kay e soci risultano un po' spenti, soprattutto il loro leader che, con l'avanzare dell'età, è rimasto un po' a corto di voce. Il nuovo cantante, presente sul set, gli da una mano con le parti vocali e lo sostiene per tutta la sua durata, anche se a mio parere in modo non tanto impeccabile. Dal canto suo, Hansen ce la mette tutta e conquista la folla con la sua simpatia. La setlist presenta diversi cavalli di battaglia, ad iniziare dalla mia preferita "Heaven can wait"... sempre un piacere riascoltarla! Bellissima sorpresa è stata l'inserimento di "I want out" tra le prime canzoni. Il classico degli Helloween è stato gradito dal pubblico, soprattutto dai vecchi metalhead come me. Riascoltare i vecchi pezzi dei Gamma Ray fa sempre bene, come la vecchia "Send me a sign", che chiude il loro breve set. Molti non hanno capito bene chi si trovavano davanti... Hansen è un pezzo di storia, e la storia merita rispetto!

Sixx A.M. : Arriva il turno dei Sixx A.M., il circo privato di Nikki Sixx. L'ex (ormai!) Motley Crue arriva al Gods con la sua nuova (o vecchia?) band e cala il suo asso. La band era una delle più attese del festival... e con poco sono riusciti a conquistare la folla. Canzoni un po' old school, ritornelli accattivanti e un po' di sleeze rock ed il gioco è fatto! Sixx è sempre stato uno dei miei più grandi eroi e ne esce vittorioso da questa prova. La posizione tra Gamma Ray e Megadeth poteva sfavorirlo, ma il pubblico è stato di tutt'altro avviso! I nostri eroi sono riusciti a fare una buona figura e a far cantare la folla con la loro, semplice, "Life is beautiful". I Sixx A.M. sono ormai una realtà concreta e non hanno più bisogno della fama mondiale dell'ex Crue per andare avanti. Del resto, strumentisti come lo stesso DJ Ashba sono ormai rodati rockers e non hanno bisogno di presentazioni. Buona prova, mi aspetto di rivederli in sede da headliner!

Megadeth: Ok, non è certo la prima volta che li vedo, ma la band di Dave Mustaine suscita in me troppi, tanti ricordi. Il Megadave ormai è un pezzo di storia! Abbiamo perso il conto di tutte le persone che hanno fatto parte dei Megadeth nel corso della loro lunga e onorata carriera. Questa volta i due storici Dave si presentano con Kiko Loureiro, ex Angra, e senza Chris Adler alla batteria. Poco male, visto che la loro performance non ne risente affatto! Si parte con un trio mozzafiato "Hangar 18 - Wake up dead - In my darkest hour"... e questo vale tutto lo show. La nostalgia è tanta! Perfino la voce psicotica ed imperfetta dello stesso Dave mi sembra un coro di angeli. La scenografia comprende quattro modesti monitor incorporati ad una struttura futuristica che riprende l'ultimo, buon album "Dystopia", da cui gli stessi 'Deth propongono ben cinque canzoni! Le vecchie "Sweating bullets", "Trust" e una granitica "Symphony of destruction" fanno da contorno. Bellissima introduzione e dedica di "She-wolf", con un Mustaine che da un tocco introspettivo alla canzone. Si chiude con "Peace sells...", con un Vic sul palco in giacca e cravatta, e l'immancabile "Holywars", preceduta da una dedica al compianto Nick Menza, ex batterista storico della band. Il Megadave riesce perfino a zittire tutta l'arena per pochi, lunghi secondi fino al riff iniziale che apre l'ultima canzone. Tanti saluti, baci al pubblico e si va avanti. Iniziamo così a fare sul serio!

Korn: Forse sono loro i vincitori morali della serata... La band che ha fatto impazzire di più l'arena è stata sicuramente quella dei Korn. Amati e odiati allo stesso tempo, rifiutati dai metalhead più tradizionalisti ma amati da tutta la nuova generazione ed oltre, la band di Jonathan Davis ha spaccato di brutto, e non soltanto grazie ad un basso che ci ha fatto tremare fino alle fondamenta (cosa che ci aveva già sconquassato durante il set dei Megadeth! nda.). E' tutto pronto quando Ray Luzier sale sul palco e attacca a percuotere i piatti, segno che il gruppo arriverà sulle note di "Blind"! L'arena finalmente esplode, perchè nessuno può stare fermo ad una "Blind" sparata a tutto volume dagli amplificatori. Il set dei Korn è infuocato, il pubblico risponde con un mosh forsennato all'interno del pit. Guardate la setlist e commentatela, non ci sono parole. Le mie preferite, la cornamusa di "Shoots and ladders" (fusa come al solito con "One" dei Metallica) e la trascinante "Got the life", sono presenti, oltre alle solite "Here to stay", "Falling away from me" e "Freak on the leash". Arrivano qui le prime brutte sorprese: il set dei Korn viene tagliato, come del resto lo era stato quello dei Sixx A.M. Motivo? Mistero più assoluto...

Rammstein: la grande sorpresa, ovviamente, sono sempre loro. L'attesa è stata lunga, la preparazione del set, coperto da un telone con un gigantesco numero "8" che farà da conto alla rovescia, è andata ben oltre l'orario di inizio prestabilito. Finalmente un lungo countdown sui teleschermi, conclusosi con quello retroproiettato sul telone, da inizio allo show dei sei tedeschi. Cala il telone sul set, Richard e Paul scendono dall'alto come aveva fatto Till nel loro ultimo tour. Appaiono Flake alle tastiere e Oliver con il suo solito cappuccio in testa. Lindemann arriva dalla sinistra, cappello esplosivo in mano, vestito da una giubba e un pantalone argentato che ricorda molto il tour di "Sensucht". La nuova "Ramm 4" apre il set, ennesima canzone autocelebrativa costituita praticamente dai titoli delle loro vecchie song. Un ritornello semplicissimo (Ja... nein... Rammstein!) fa cantare tutti i fan in estasi, ancora imbambolati dalla rapida introduzione sul palco dei loro beniamini. A proposito del palco, questo è un mix di quelli che abbiamo visto nel corso dei loro ultimi tour, con un impianto luci mobile costituito da riflettori in linea in stile LEGO semoventi e delle barre luminose che si posizionano in orizzontale e verticale a seconda dell'effetto voluto. Decisamente uno dei loro migliori impianti luci! Le sorprese non finiscono qui, visto che, dopo la seconda, bellissima "Reise, reise" (per me può bastare anche questa! nda.) arriva la vecchia "Hallelujah", scomparsa dai loro tour da una marea di tempo. I R+ non si fermano un secondo. Till appare meno loquace del solito, non certamente come a Codroipo di qualche anno fa. "Zerstoren" è un'altra mazzata, con Till chiuso da un cappotto a falda alta che lo rende enorme, troppo enorme! Difatti a fine canzone il cantante mostra una cintura esplosiva legata alla sua vita, ovviamente pronta ad esplodere in fuochi d'artificio.
Se vi siete chiesti quali effetti e fuochi i nostri abbiano utilizzato questa volta durante il loro set, la risposta non può che essere "tutti quanti"! Flare, fuochi da ogni dove, geyser, lampade, scoppi... ci sono tutti! Molte scenografie risultano immutate, come su Feuer Frei (sputafuochi sul viso, che goduria!), "Ich tu dir weh" (siparietto con Flake con vasca d'acciaio e bidone infuocato), "Du riechst so gut" (arco rotante con fuochi d'artificio, flare sulle braccia dei due chitarristi), "Du hast" (arco con fuochi che passano dai mixer al set), dotata comunque di un nuovo intro. Da segnalare il ripescaggio in sede live di "Seeman" (qui il nebbione è stato davvero spaventoso, coprendo il palco totalmente per diverso tempo) ma soprattutto di "Mein hertz brennt" in versione finalmente elettrica, con un Till che si pianta un flare acceso nel cuore! Un altro, bellissimo ripescaggio è stato "Stripped", cover dei Depeche Mode, che ci riporta al tour di "Reise, reise". I nostri salutano, si attendono i consueti bis!
"Engel" fa la sua apparizione sul set: le ali di Till sono presenti, ma questa volta vengono agganciate alle spalle di Lindemann nel corso della canzone e lo proiettano in alto grazie a due robusti tiranti. L'effetto scenico è favoloso, le ali infuocate. Una scenografia già perfetta è stata notevolmente migliorata. "Sonne" chiude le ostilità: nella parte di mezzo della canzone i nostri si inginocchiano, salutano così il pubblico e chiudono la song con dei veloci ringraziamenti...
Le luci sopra il palco si accendono. La folla aspetta inutilmente un'ultima canzone (Ohne dich) che non arriverà mai. Grande delusione, anche per quel frettoloso e freddo saluto da parte della band. Per me il loro set è stato eccezionale, ma non tutto è andato per il verso giusto. I problemi tecnici sono stati enormi: la batteria non era a posto (diverse volte è apparso un tecnico che ha provato a risolvere inutilmente il problema), molti lanciafiamme e geyser hanno fatto cilecca e la band a tratti è apparsa un po' nervosa. Ad ogni modo loro sono stati grandissimi come sempre!

Il GOM 2016 si chiude con luci ed ombre, dovute ai numerosi problemi tecnici e a una location con qualche problema (soliti posti non adatti, adattati per contenere eventi con un pubblico numeroso). L'Italia è l'Italia, insomma! Vediamo le note positive: le band sono state quasi tutte all'altezza della situazione e i concerti sono stati perfetti. Capita di molto peggio, ma non posso dire che il pubblico non si sia divertito. Ce ne fossero di più di occasioni simili...

Setlist:

RAMMSTEIN

Ramm 4
Reise, Reise
Hallelujah
Zerstören
Keine Lust
Feuer frei!
Seemann
Ich tu dir weh
Du riechst so gut
Mein Herz brennt
Links 2-3-4
Ich will
Du hast
Stripped (Depeche Mode cover)

Encore:
Engel
Sonne

KORN

Blind
Right Now
Here to Stay
Somebody Someone
Narcissistic Cannibal
Falling Away From Me
Coming Undone
Shoots and Ladders (with a snippet of Metallica's… more )
Twist
Did My Time
Y'All Want a Single
Got the Life
Freak on a Leash

MEGADETH

Hangar 18
Wake Up Dead
In My Darkest Hour
The Threat Is Real
She-Wolf
Post American World
Sweating Bullets
Poisonous Shadows
Trust
Fatal Illusion
Dystopia
Symphony of Destruction
Peace Sells
Holy Wars... The Punishment Due

SIXX A.M.

This Is Gonna Hurt
Rise
When We Were Gods
Everything Went to Hell
Prayers for the Damned
Lies of the Beautiful People
Stars
Life Is Beautiful

GAMMA RAY

Heaven Can Wait
Fight
I Want Out (Helloween cover)
Induction
Dethrone Tyranny
Master of Confusion
Rebellion in Dreamland
Man on a Mission
Send Me a Sign

HALESTORM

Apocalyptic
Love Bites (So Do I)
Mz. Hyde
Amen
Scream
I Am the Fire
Sick Individual
Drum Solo
Mayhem
I Get Off
Freak Like Me
I Miss the Misery

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