31 luglio 2016

Testament (Segrate, Circolo Magnolia 30.07.2016)


La mia prima volta al Circolo Magnolia di Segrate, Milano, vede la presenza dei grandissimi Testament, reduci da altre due date estive nel suolo italico. Non ho mai avuto prima d'ora l'opportunità di vedere questa location a ridosso dell'Idroscalo di Milano: un circolo, sicuramente ex discoteca, con una zona esterna piuttosto ampia, adatta per contenere una capienza da concerti di medio-basso livello. Preciso subito: con il termine "livello" intendo il numero di possibili partecipanti presenti all'evento, anche perchè i Testament di Chuck Billy hanno da parecchio tempo consolidato il loro livello su degli standard decisamente alti. Quest'anno la band californiana ha toccato i trentatre anni di attività. Tra alti e bassi, qualche cambio di line up e alcuni graditi ritorni, i Testament ancora oggi fanno dischi di buon livello. L'apice della loro carriera, inutile dirlo, è già stato superato con i loro primi lavori; perle come "The New Order" o "Practice what you preach" non mancano nelle collezioni dei thrashers di mezzo mondo, ma anche album controversi come "The Ritual" o di ritorno alla "The Formation of Damnation" hanno un grandissimo livello qualitativo. I Testament, dopotutto, rimarranno sempre uno dei gruppi più amati dalla folla, anche se, forse ingiustamente, il loro status non li ha mai portati al livello dei cugini Megadeth e soprattutto Metallica.
Vedere i Testament, quindi, è sempre cosa buona e giusta! L'affluenza al Magnolia è buona, il pubblico è caldo come deve essere in una serata del genere. Mi trovo sulla sinistra a pochi minuti dall'inizio dello show (ore 21:30), proprio davanti alla postazione di Skolnick. Puntuali come un orologio svizzero, la band sale sul palco un minuto dopo. Skolnick e Peterson, accompagnati dal corpulento e simpaticissimo Chuck Billy, si presentano al pubblico di Milano. La sezione ritmica è formata da quei mostri sacri che prendono il nome di Gene Hoglan alla batteria e l'immortale Steve DiGiorgio al basso, musicisti che non hanno bisogno di nessuna presentazione. Si parte un po' in sordina con un grande classico, "Over the wall", con i suoni ancora impastati che ben presto si porteranno su ottimi livelli. Il mosh è continuo! La folla urla "Testament, Testament !!!" ed improvvisa tutta una serie di "coreografie" che vanno da una slam dancing forsennata a un crowd surfing martellante che mette a dura prova la pazienza della povera security presente davanti al palco. Chuck urla sul suo microfono dall'asta corta, mimando i riff di chitarra su ogni passaggio dei suoi colleghi di formazione. Peterson macina riff a non finire. Ma la gioia per gli occhi di ogni guitar hero che si rispetti è vedere il solito Alex Scholnick all'opera. Per lui suonare la chitarra è semplicissimo, o forse lo fa sembrare lui un qualcosa di piuttosto semplice. Come ha detto un amico: "Skolnick da solo vale il prezzo del biglietto!"... e mai un'affermazione può essere più vera! Intanto Hoglan pesta come un assassino sulle pelli. E' la seconda volta quest'anno che vedo questa sessione ritmica all'opera, anche se la prima è stata a Quartucciu (CA), con i DTA sul palco del locale CuevaRock. DiGiorgio è sempre il solito mattacchione, oltre che solito, eccellente bassista. Il suo italiano lascia un po' a desiderare ma non le bestemmie nel nostro idioma; quelle, ovviamente, sono più che perfette!
Per quanto riguarda la setlist, si va da brani vecchi e nuovi: "Practice..." è presente, come del resto "Disciples..." e la trascinante "Into the pit". Bellissima e coinvolgente "Alone in the dark". I Testament spaziano fra diversi album, anche se tralasciano materiale da "Souls of black", "The Ritual" o "Low". Una "Trial by fire" (vero Ale? nda.) non ci sarebbe stata male, tuttavia le loro scelte sono buone e non deludono i presenti. Dopo un'ora e mezza di puro massacro, un wall of death richiesto da Chuck e diverse ammaccature tra la folla, la band californiana saluta l'Italia, anche se al grido unanime di "one more song" accontentano il pubblico e regalano un'ultima, inattesa "Native blood".
"Un concerto della Madonna", questa è la sola affermazione che può racchiudere una serata del genere, un sabato sera a Milano come pochi, dove ancora una volta gli headliner si sono difesi e hanno saziato la fame di Metal di tutti i fortunati presenti.
Practice what you preach!


Setlist:

Over the Wall
Rise Up
The Preacher
The Haunting
More Than Meets the Eye
Practice What You Preach
The New Order
Dark Roots of Earth
Into the Pit
D.N.R. (Do Not Resuscitate)
3 Days in Darkness
Disciples of the Watch
Alone in the Dark
The Formation of Damnation

Encore:
Native Blood

1 commento:

  1. Purtroppo me li sono persi a Cascina... non sono riuscito a liberarmi dal lavoro :(

    RispondiElimina

Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!