20 ottobre 2016

Rage Against The Machine (Modena, Stadio Braglia 14.06.2008)

Questo è stato uno di quei concerti che ha lasciato il segno, sulla mia pelle e su quella di venti mila metalheads quel giorno presenti a Modena, anno 66 dalla nascita di Jimy Hendrix (molto più importante e significativa di quella di un certo JC! nda). Sono anni che devo scrivere questa recensione, ma l'ho sempre lasciata lì, dentro il cassetto... che poi sarebbe nient'altro che la mia testa vuota.
Mi trovavo per lavoro a Cesena, Romagna, per quella che sarebbe stata l'inizio di una grande avventura o almeno una svolta significativa nella mia vita, quando vengo a sapere, orario di pranzo, della presenza di un certo concerto nella (quasi) vicina Modena. - "Suonano i Rage non so che cosa..." - mi apostrofa un'amica al telefono. Subito qualcosa si accende dentro di me e penso "QUEI Rage?". Ricerca veloce su internet ed op-là! I RATM sono in Italia, vicino a me, proprio il giorno di un mio compleanno... e la giornata tutta a un tratto acquista un significato diverso. Percorro la via Emilia in un lampo, battendo sicuramente qualsiasi record di percorrenza in autostrada, ed eccomi proprio lì, davanti allo stadio sovraffollato nella città un tempo cara ad ogni metallaro nostrano che si rispetti (ricordate il defunto Monsters of Rock?). Entro, mi dirigo sulla tribuna che mi spetta e attendo. Una folla micidiale ricopre tutto il prato dello stadio. Vorrei essere lì, ma sono in compagnia ed ancora non ero diventato l'animale da parterre che sono al giorno d'oggi. La sera scende ed ecco che arriva il momento: i Rage Against The Machine sono qui, in quella che sarà la loro ultima apparizione in Italia. Una sola domanda: perchè i RATM sono proprio a Modena? Dopo il MOR e dopo qualche insulsa rockstar nostrana, la città emiliana non è mai stata teatro di grandi concerti.
A proposito: chi diavolo sono questi "Rage" qui? Avete presente una delle band più importanti, innovative, devastanti ed incazzate di tutto il globo terrestre? Ecco, non sono loro! I RATM sono molto di più: pochi dischi all'attivo, di cui il primo un maledetto capolavoro; quattro musicisti con le palle e fuori da ogni schema; una rabbia giovane che cresce dentro tutti noi, decisamente diversa da ogni singola canzone hip hop. Ho sempre amato Morello, chitarrista che ha reinventato il modo di suonare il suo strumento, per non parlare della sezione ritmica da urlo. E dove lo lasciamo Zack... il mitico Zack De La Rocha? Il solo nome ti va venire voglia di sfondare una porta a calci e gettare tutto fuori dalla finestra. I RATM sono qui, ora, in uno di quei concerti difficili da ripetersi.
Veniamo allo show: ho perso i gruppi di supporto e non mi ricordo nemmeno chi fossero, ma tutto ciò non mi importa. Il suono delle sirene antiaeree avverte il pubblico dell'impatto imminente con una delle band più irriverenti del pianeta. I RATM salgono sul palco in tuta arancione modello prigioniero di Guantanamo, cappuccio nero calato sulla testa, uno di fianco all'altro! Stella rossa alle loro spalle, "Bombtrack" apre le danze... ed il delirio di una Modena finora sonnolenta. Dall'alto la visione del pubblico è maestosa: onde di gente si ammassano le une sulle altre in delirio, un mare in piena mosso dalla sferzata selvaggia delle canzoni dei RATM. Il basso del tatuatissimo Commerford punge, come la batteria di Brad Wilk che pesta sodo. Morello maltratta la sua chitarra, con il suo modo di fare che lo ha reso celebre ed importante. Zack non smette un attimo di fare proclami contro ogni autorità vivente sul globo. E' un concerto politicizzato... perchè i Rage sono sempre stati politicizzati! "Bulls on parade" e "People of the sun" continuano ad offenderci i timpani. Già l'inizio vale il prezzo del biglietto.
Un'ora e mezza sono poche, ma la potenza dei Rage ce la fa dimenticare. La setlist è qualcosa di incredibile; "The battle of Modena" prende piede e non accenna a fermarsi. "Wake up" ci sveglia davvero, ma è con i bis che la band ci tira la mazzata finale sui denti. "Freedom" è pura agonia, ma è la bellissima "Killing in the name" che ci devasta definitivamente. Immaginate uno stadio pieno, Zack che urla dentro il microfono "Fuck you I won't do what you tell me". Ecco, ci siete arrivati! Una delle bolgie più spettacolari che abbia mai visto; un'inferno di anime in terra.

Il giorno del mio compleanno ho visto i RATM! Vi basta?

Setlist:


  Intro
Bombtrack
  L'Internationale (Eugène Pottier song)
Bulls on Parade
People of the Sun
Testify
Know Your Enemy
Bullet in the Head
Down Rodeo
Renegades of Funk
Guerrilla Radio
Born of a Broken Man
Calm Like a Bomb
Sleep Now in the Fire
Wake Up

Encore:
Freedom
Township Rebellion
Killing in the Name

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