5 dicembre 2017

Solstafir + Myrkur + Arstidir (Bologna, Locomotiv Club 01.12.2017)

Non mi sono ancora ripreso dalla trasferta del giorno prima a Milano, che decido all'ultimo momento di andare a vedere i Solstafir e Myrkur nella vicina Bologna. Il concerto odierno è di livello inferiore, almeno dal punto di vista del pubblico, ma anche a livello di energia spesa. Ambient metal, possiamo coniare questa nuova parola? I gruppi di stasera non sono proprio da mosh, ma forse non sono neppure metal, se non fosse per qualche song particolarmente tirata, per un cantato potente (Solstafir) o melodico (Myrkur), per un'attitudine decisamente sul rock pesante. Avevo comunque voglia di qualcosa di differente... e i gruppi di stasera sicuramente me l'hanno data.
Fa freddo a Bologna. Del resto le band di stasera non provengono certo da paesi caldi. Entro dentro il Locomotiv durante il set degli opener, gli Arstidir. Affluenza buona per un locale di questa capienza. La band islandese propone una sorta di folk con sapore acustico, ma sono piuttosto difficili da inserire in un particolare genere di musica. Mi lasciano comunque una buona impressione, una sorta di pace dei sensi. Chiamiamolo appagamento.
Mi porto vicino al palco per vedere bene Myrkur. Per chi non lo sapesse, si tratta del progetto della cantante danese Amalie Bruun, una bellissima ragazza con una voce incantevole come quella di una sirena dei mari. La musica è un misto tra un gothic metal e una variazione molto ambient, condita da chitarre a tratti dure, a volte piuttosto leggere a fare da contorno all'incredibile voce della singer. Amalie si presenta sul palco in un vestitino bianco, capelli biondi fino alle spalle avvolta da una luce soffusa. Sembra una dea vichinga venuta dal mare... La sua bellezza è davvero disarmante, come del resto il suo timbro di voce. I Myrkur ci regalano un ottimo show che mi fanno promettere di risentirli in qualche altra occasione. Non si tratta della solita band con voce al femminile in stile Lacuna Coil o, ancor peggio, Arch Enemy. Myrkur è un qualcosa di unico, epico, che ci porta dentro le lande di una terra ghiacciata.
Altra cosa sono gli headliner della serata, gli islandesi Solstafir. Sembrano dei campagnoli venuti da qualche terra del nord... se non fosse che gli strumenti li sanno davvero usare! Mi ricordano una versione più folk e ambient con venature viking dei Motorpsycho... ma pensandoci bene non c'entrano nulla con questi. "Atmosferic icelandic r'n'r", questo è il termine con cui si definiscono e che rende davvero bene l'appartenenza a un loro genere. Il singer mi ricorda una versione più rimarcata di Ian Astbury, ma ha una voce che farebbe resuscitare i morti! Queste nuove proposte delle terre del nord iniziano ad interessarmi; non sono varianti del black metal, ma un qualcosa di più progredito a livello musicale. I Solstafir sono geniali, il loro singer barbuto molto ispirato ed ironico nei confronti del proprio pubblico. Humor islandese? Questa è cosa nuova. I "crepuscolari" sono figli degli anni 2000, ma hanno avuto la prontezza di seguire i tempi e non fermarsi alle proposte troppo inflazionate dei loro cugini svedesi e norvegesi. Dal nord arrivano sempre cose buone, non si tratta solo di barbari! Il set dei Solstafir dura quasi un'ora e quaranta, quanto basta per conquistare il pubblico.
Da Alice Cooper al rock-metal del nord più oscuro. Una serata diversa, molto gradita, che ti da la possibilità di vedere band di nuova (o vecchia) natura. Bologna offre queste piccole gemme, slegate da quello che puoi trovare nei grandi palchi delle altre città.


Gallery

Myrkur



Solstafir





Setlist Solstafir

Náttfari
Silfur-Refur
Ótta
Lágnætti
Ísafold
Köld
Hula
Fjara
Bláfjall
Goddess of the Ages




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