26 gennaio 2018

F.T.Sandman, E.Porzioni - "Rock is dead" (Chinaski ed. 2017)

Dimenticatevi tutti i luoghi comuni sul rock! Musica maledetta, patti col diavolo, accordi satanici, messaggi subliminali facendo ruotare i vinili al contrario, vita dissoluta dei suoi musicisti: tutti questi argomenti hanno riempito pagine e pagine di libri, documentari TV, film e tanto altro. Che cosa c'è rimasto da dire su tutto ciò? Qualcuno si è preso la briga di mettere all'interno di un libro tutti i casi di morti violente, o almeno sospette, riguardanti questi personaggi... e la lista è piuttosto lunga, tanto da non stare all'interno di un solo volume.
Troppo facile morire giovani, dopo che grazie alla musica, al successo (o insuccesso. nda) raggiunto ti ritrovi a diventare un Dio, a essere adorato da un esercito di fan, ricco di soldi e ricercato dalle donne (riguardo ai musicisti maschi. nda). Tuttavia, se si da un'occhiata a tutte le "short stories" narrate all'interno di questo volume, si ha davvero la sensazione che qualcosa non torni, che esista un quadro di insieme che raccoglie tutte le vicissitudini dei suoi protagonisti in un unica parola: il destino. Non parliamo di operai o insegnanti, di gente che fa una vita monotona e statica tutti i giorni, ma di persone che affrontano il mondo, i suoi luoghi e le sue persone, che si ritrovano a vivere decisamente più veloce e più pericolosamente di tutte le altre.
Il titolo dell'opera è fuorviante, poichè non è il rock ad essere morto, ma solo alcuni dei suoi sacerdoti. I volti presenti all'interno di questo libro oltretutto non fanno soltanto parte del mondo del r'n'r, ma comprendono una serie di protagonisti che si sono affermati in tanti generi musicali quali il pop, il jazz, il soul, il rap, il reggae, la musica classica e molti altri. Leggiamo le storie, dunque, di Chet Baker, di Bob Marley e Peter Tosh, di Bowie e Prince, di Michael Jackson ed Elvis Presley, passando per Layne Staley, Sid Vicious, Niccolò Paganini e Brian Jones. Ci facciamo cullare dalla pazzia di Keith Moon, dalla sfortuna di Mia Martini e dalla misteriosa morte di Luigi Tenco, da Ian Curtis, Jimy Hendrix e Jeff Hanneman, oltre ad Euronymous, John Lennon, Sid Vicious, Jaco Pastorius, Nico, Mozart e l'immancabile Jim Morrison.
Il libro, costituito da quasi 350 pagine, si può leggere anche in diversi tempi, visto che è costituito da tante biografie piuttosto corte, da due, tre a cinque pagine, senza alcun collegamento tra di esse.
I personaggi sono talmente tanti che non sono stati compresi tutti all'interno di un unico volume. Esiste una seconda parte (Rock is dead. Outtakes), venduta separatamente in ebook, comprendente musicisti del calibro di Cliff Burton, Bon Scott, Janis Joplin, Scott Weiland per citare qualche nome. Vi invito a recuperarla, così da avere il quadro completo di quest'opera, unica in quanto certosina nel recuperare tutte le notizie e informazioni riguardanti il tema sviluppato.
La morte rende immortali gli dei del rock (e non solo). Viene voglia di concludere questa breve recensione citando il solito ed inflazionato Morrison: "This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend, the end. Of our elaborate plans, the end "...

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