10 febbraio 2018

Hollywood Undead (Bologna, Zona Roveri 09.02.2018)

Capita raramente di aver due concerti nello stesso giorno. Di solito la notizia è accompagnata da benedizioni verso una ben nota divinità cristiana, ma quello che non sa tale divinità è che il fautore di cotanta blasfemia in alcune cose appare piuttosto determinato. Ho avuto subito la seria intenzione di non perdermi ne il primo concerto, ne il secondo. L'importante stava tutto negli orari di inizio delle band interessate, grazie anche a vari gruppi di supporto presenti nel secondo show. Gli Hollywood Undead, visti i miei calcoli, avrebbero dovuto finire gusto in tempo per spostarmi all'Alchemica, sempre a Bologna, per vedere i Pestilence. I tempi tuttavia non sono stati del tutto coincidenti, questo è vero, ma sono riuscito lo stesso a vedermi i due concerti pienamente. Cosa non si fa per il rock?
A dirla tutta, non so nemmeno io il perchè abbia deciso di partecipare allo show degli HU, band metal rap di nuova concezione, il cui pubblico è purtroppo costituito da giovani... troppo giovani! L'età media sbanda pericolosamente verso il basso e rischio di essere confuso per uno dei tanti genitori che oggi ha accompagnato il figlio all'evento. Alla faccia di chi pensa che siamo vecchi...
Gli HU non sono tra i miei favoriti, lo ammetto! Mi piacciono diverse canzoni, quelle più elettroniche, metal e meno quelle orecchiabili in stile rap-core. La platea è composta dai giovani della new generation, o cell-generation... o generation graveyard, molto più appropriato. Tanto rap, musica piuttosto discutibile. Mi aspettavo uno show accattivante ed energetico dagli Hollywood Undead ma sono rimasto un po' deluso. Vedere tre-quattro persone che rappano sotto una base, accompagnati da chitarra e batteria, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Troppo fiacchi! Molte loro canzoni non sono affatto male e l'ultimo "V" è un buon disco, ma la loro attitudine è troppo verso una generazione che di musica non ne capisce proprio nulla. Non me ne vogliano i loro fan, ma queste sono soltanto mie opinioni personali, come questo è il mio blog!
Lo show inizia più tardi del previsto, con in apertura gli Astrid Boys. Lasciamo perdere! Yo-yo-yo! Non è affatto roba per me! Gli HU salgono invece sul palco mascherati e partono benissimo con "Whatever it takes" e soprattutto con "Undead", ma mi accorgo troppo presto che non hanno altro da offrire. Zero show, solo gente che rappa sotto basi che copiano molto i grandi gruppi del genere (vogliamo parlare di Prodigy, Chemical Brothers o altri? nda). Ripeto: molte loro canzoni mi piacciono, ma alla lunga mi stancano davvero. Non basta qualche siparietto tra i fan, qualche accenno ai Rammstein o a Bon Jovi o qualche buona canzone per alzare il mio indice di gradimento: show troppo piatto, punto! Persino la cover di "Tainted Love" appare sbiadita. Mi sono un po' goduto le mie canzoni preferite, segno che non disprezzo affatto la band o la fazione più giovane dei suoi sostenitori, ma le note positive finiscono purtroppo qui.
Un gruppo da ascoltare su cd, va bene! Difficilmente stronco un live, ma qua non ci siamo proprio. Me ne vado con la coda tra le gambe, augurandomi che i Pestilence mi risollevino la nottata...


Gallery

 



Setlist

Whatever It Takes
Undead
Been to Hell
California Dreaming
Dead Bite
Renegade
Gravity
Comin' in Hot
War Child
Tainted Love (Soft Cell cover)
Bullet
Another Way Out (w/Livin' on a Prayer" intro and "Du Hast"outro)
Riot
Cashed Out
Bad Moon
Day of the Dead

Encore:
Everywhere I Go
Hear Me Now

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