28 aprile 2018

Roger Waters (Casalecchio di Reno, Unipol Arena 21.04.2018)


Chi non è cresciuto con un innato mito dei grandi Pink Floyd dentro di sè? La risposta è piuttosto semplice: il sottoscritto! Chiariamo: non voglio denigrare la band di Gilmour, Waters e del compianto Syd Barret, ma la mia estrazione musicale è stata prima di tutto metal, poi sul rock classico. I Pink Floyd li ho conosciuti più tardi, come del resto altri gruppi di quegli anni. Vera musica, vero sound... ma io sono sempre stato più un tipo da Zeppelin, Purple, Maiden e Stones che uno dei discepoli di "The Wall"...
Non ho iniziato bene questa recensione, ma cercherò di espiare le mie colpe. Ho fatto soltanto questa piccola ma essenziale premessa soltanto per farvi capire come questo mio post non possa essere più obiettivo di così, senza farmi condizionare dalla caratura del personaggio che stiamo andando a considerare. Lasciamo perdere spiegazioni varie su chi è Roger Waters e a quale gruppo del passato appartenesse: se siete qui, su questa pagina, immagino che lo dobbiate già sapere! Ci trasferiamo subito all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno, nel pit, precisamente alla sinistra del palco tra le primissime file.

Sono le 21, quando il concerto... non inizia! Ci dobbiamo sorbire venti minuti di video, proiettato in un enorme maxischermo alle spalle del set, su una donna con cappello che guarda il mare di spalle, con tanto di suono di onde e gabbiani. Tutto molto... psichedelico? Non lo so, ma non vedo l'ora che inizi lo show! Finalmente, dopo un lasso di tempo che sembra un'eternità, Roger & soci salgono sul palco. Due coriste con parrucca bionda a caschetto, più una serie di strumentisti che sicuramente sanno il fatto loro. Non suonerebbero certo insieme a King Roger, giusto? I primi pezzi vanno su veloci, perfetti. Il concerto inizia a girare piano piano, con l'opener "Breathe", divisa in due parti e "Time", ma è con "The great gig in the sky" che tutto inizia a filare in maniera corretta. I pezzi del nuovo album di Waters in setlist sono solo quattro, il resto è tutto materiale dei Pink Floyd, preso dagli album fondamentali come "The Wall", "Animals", "The Dark side..." e "Wish...". Con una premessa così, questo concerto non poteva certo fallire! Difatti si arriva piano piano alla suite comprendente i tre pezzi principali che accompagnano l'esecuzione di "The Wall", comprendente bambini bolognesi vestiti in stile Guantanamo, cappuccio nero compreso. L'esecuzione è maestosa. Inutile dire che non esiste anima all'Unipol Arena con non abbia cantato almeno una strofa... L'esecuzione di uno dei brani più famosi della storia della musica è stata aperta da un altro super classico, quella "Wish you were here" che chiunque abbia avuto in mano una chitarra acustica conosce, se non ha oltretutto suonato i primi tre accordi. Tanta roba, ma ce n'è ancora per tutti! Si chiude il primo set del concerto, con un intervallo di ben venti minuti per preparare il secondo.
Il tempo passa. Il pubblico viene risvegliato da un suono di sirene, quando la parte centrale dell'Arena si trasforma magicamente nella copertina di "Animals", ciminiere fumanti e maialino compreso, grazie ad una serie di maxischermi paralleli capaci di srotolarsi su cui vengono proiettate le scenografie. E' impressionante, tanto più che sul palco appare un tavolo dove Waters e la band, con tanto di maschere suine, interpreteranno un banchetto con un brindisi molto significativo. E' questo il teatrino inscenato per l'esecuzione di "Pigs", dove ovviamente il fulcro principale non può essere che lui: il presidente USA, Donald Trump. Il brano, oltretutto, si chiude con la scritta enorme sul maxischermo "Trump è un maiale", in italiano. La parte politica dello show è iniziata. Waters non ha peli sulla lingua e, tra una song e l'altra, attacca le grosse potenze mondiali. Il suo appello "Restiamo umani" incanta la folla che pende dalle sue labbra. Intanto, intorno all'Arena, fanno un bel giro un enorme maiale gonfiabile e più tardi un'enorme luna nera, durante l'esecuzione di "Eclipse". Tanta scenografia, tante parole di Waters (con una scritta in italiano, "Col cazzo", che appare dietro di lui durante una delle sue interpretazioni) su "Dogs", "Money", la bellissima "US and Them", che da anche il nome al tour, e sulla nuova "Smell the roses". Ci sarebbe tanto da dire, perchè ogni canzone è un momento, un'opera da descrivere, ma non amo molto dilungarmi, si sa!
Lo show si chiude con due chicche magnifiche: la leggiadra "Mother" e la conclusiva "Comfortably numb". Serve aggiungere altro? Vorrei trovare qualcosa di non perfetto. Criticare Waters su qualcos'altro, ma sinceramente non trovo nulla per cui fare una falsa polemica. Pur non amando totalmente i Floyd, lo show è stato magnifico... e del resto nessuno in sala aveva dei dubbi su questo. E' facile, quando ti chiami Roger Waters, sei Dio e hai fatto la storia.


Gallery

 
 
 
 
 
 
 


Setlist

  Speak to Me (Pink Floyd song)
Breathe (Pink Floyd song)
One of These Days (Pink Floyd song)
Play Video
Time (Pink Floyd song)
Breathe (Reprise) (Pink Floyd song)
The Great Gig in the Sky (Pink Floyd song)
Welcome to the Machine (Pink Floyd song)
Déjà Vu
The Last Refugee
Picture That
Wish You Were Here (Pink Floyd song)
The Happiest Days of Our Lives (Pink Floyd song)
Another Brick in the Wall Part 2 (Pink Floyd song)
Another Brick in the Wall Part 3 (Pink Floyd song)

Set 2:
Dogs (Pink Floyd song)
Pigs (Three Different Ones) (Pink Floyd song)
Money (Pink Floyd song)
Us and Them (Pink Floyd song)
Smell the Roses
Brain Damage (Pink Floyd song)
Eclipse (Pink Floyd song)

Encore:
Mother (Pink Floyd song)
Comfortably Numb (Pink Floyd song)

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