9 luglio 2018

A Perfect Circle (Villafranca di Verona, Castello Scaligero 01.07.2018)


Difficile recensire lo show di un gruppo come gli A Perfect Circle! La seconda (ne siamo davvero sicuri? nda) band di Maynard James Keenan, al secolo cantante dei più famosi Tool, rappresenta uno dei tanti lati musicali dell'istrionico singer americano, impegnato anche in progetti come Puscifer e altri considerati minori. L'ultimo LP "Eat the elephant" ha suscitato diverse critiche e recensioni discordanti fra di loro, in quanto ha mostrato un inspiegabile cambio di tendenza in stile, atmosfere e soprattutto musicale. ETE è essenzialmente diverso dai suoi predecessori, lontani ben 14 anni: il disco si mostra sicuramente più leggero, profondo, molto meno rock e ricco di spunti che ci fanno dubitare del fatto che sia stato scritto dalla stessa band che ha creato i suoi predecessori. Sia chiaro: questo post non è la recensione del loro ultimo disco, ma una premessa va fatta in modo da capire tutto l'universo che ruota intorno a questa band particolare.
Ritorniamo dunque sulla Terra, di nuovo a Villafranca di Verona per il terzo giorno del Rock the Castle. Ho già recensito il concerto svoltosi il giorno precedente. Oggi i protagonisti sono nettamente diversi rispetto alle thrash metal band che si sono esibite l'ultimo giorno di giugno. Partiamo male, in quanto, a poche ore dallo show, è stato annullata la gig del vice headliner, i Frank Carter & The Rattlesnake. Dal mio punto di vista personale non ho perso nulla, in quanto mi trovo qui solo per la band di Maynard. Mi spiace per i fan del gruppo, che hanno dovuto digerire l'assenza di tale band e soprattutto la sostituzione di questi con i Ros, una compagine proveniente da X Factor autore di una proposta in stile Prozac +. Non mi soffermo oltre su di loro, perchè innescherei la solita diatriba sulla bontà dei reality. Non perdo tempo!
Il Castello Scaligero è colmo di persone di ogni genere, età ed estrazione sociale. Noto come la maggior parte indossi una t-shirt dei Tool; difficile non associare gli APC con il gruppo principale di Maynard, anche se stilisticamente vanno in due direzioni completamente diverse. Altro aspetto da tenere in conto: non aspettarsi uno show dove l'headliner tenta di coinvolgere la folla. Maynard non è certo il tipo da stare davanti, piuttosto preferisce muoversi nelle retrovie, interpretare le canzoni a suo modo. Sono le 21:30 quando il palco degli APC si illumina. Tre piattaforme tonde sono situate verso il fondo dello stage ad accogliere Greg Edwards (assente James Iha impegnato con la reunion degli Smashing Pumpkins), Maynard in quella centrale e la batteria sulla destra. Diversi giochi di luce vengono lasciati a queste piattaforme che in realtà fungono da schermi e alcuni pilastri non tanto alti in linea al di sotto dello sfondo. Nella parte in avanti, accompagnati da due tastiere, si muovono il bassista Matt McJunkis (lo ricordiamo negli Eagles of Death Metal) e il chitarrista e co-fondatore della band Billy Howerdel (definito da Maynard come il suo "partner in crime"), con il suo aspetto da rettiliano in acido! Tutto è perfetto, anche troppo. Maynard con il suo abito acqua marina (o celeste, o verde chiarissimo? nda) si muove all'unisono con i suoi compagni di band, agitando i suoi capelli lunghi e biondi (???), voce da brividi resa perfettamente da un buon impianto audio. La setlist, non lo vogliano i vecchi fan della band, è incentrata soprattutto sull'ultimo album: ben otto pezzi, tra cui spiccano "TalkTalk", "The Doomed" e "Disillusioned". Poco spazio ai vecchi brani. Mancano "Judith" e "Blue", ma non "The Outsider" e "The Hollow". Cinque pezzi da "13..." e solo tre da "Mer de noms", con la solita cover "People..." dei Depeche Mode. Forse un po' deludente da chi si aspettava uno show in stile greatest hits...
"Eat the elephant" ridisegna dunque il nuovo stile della band, non accettato forse da tutti, ma gli APC dal vivo certo non deludono. Uno show dove la musica (e solo quella) la fanno da padrone, in quasi un'ora e quaranta di show.
Il Rock the fuckin' Castle, come lo appella Maynard, si chiude con uno dei live più attesi dell'anno. Un festival non certo perfetto (andate a leggervi le solite critiche dei fan sulla rete. nda), ma con diversi aspetti positivi che ha reso possibile una tre giorni con un bill davvero incredibile, almeno dal punto di vista organizzativo.

Nota positiva dello show, almeno tra le prime file, è stata la quasi totale assenza della piaga sociale data dai cellulari, reflex e videocamere sempre presenti in ogni momento dello show. La security ha tenuto a bada i più idioti con ripetuti richiami, ma non saprei se tale buona notizia sia data dalla completa avversione degli APC per le riprese durante il loro show o per altri motivi a me ignoti.
Alla prossima, sperando finalmente in un ritorno dei Tool in Europa (chi visse sperando...).


Gallery




Setlist

Eat the Elephant
Disillusioned
The Hollow
Weak and Powerless
So Long, and Thanks for All the Fish
Rose
Thomas
People Are People (Depeche Mode cover)
Vanishing
The Noose
3 Libras (All Main Courses Mix)
The Contrarian
TalkTalk
Hourglass
The Doomed
Counting Bodies Like Sheep to the Rhythm of the War Drums
The Outsider
The Package
Feathers

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