1 luglio 2018

Alice in Chains (Padova, Sherwood Festival 28.06.2018)

Davvero curioso: quattro giorni dopo aver visto i Pearl Jam a Padova, ecco arrivare il concerto degli Alice in Chains, sempre nella stessa città dei primi. Le due colonne di Seattle si esibiranno così a pochi giorni di distanza fra di loro. Se i Pearl Jam sono diventati sempre più famosi, a discapito dei loro concittadini, il sottoscritto invece ha sempre preferito i secondi rispetto al gruppo di Eddie Vedder. I Pearl Jam, oltre ai primi, magici album hanno sfornato lavori piuttosto dubbi in passato, non certo all'altezza del proprio nome; gli AIC, a mio parere, non hanno mai sbagliato un colpo, nonostante la perdita del loro cantante storico, Layne Staley, che li ha portato alla compromissione della loro carriera e della loro crescita musicale. Lasciate perdere le solite frasi del tipo "Senza Layne non vale più la pena seguirli", perchè se l'avete mai pronunciata state solo cercando delle scuse per non andare a vederli e per risparmiare i vostri soldi. Layne era Layne, ma gli AIC di oggi sono un gruppo altrettanto valido, capitanati ieri e oggi da un Jerry Cantrell sempre ricco di idee ed autore di grandi pezzi. Chiudete la bocca, e dategli una possibilità invece di parlare senza conoscere i lavori della loro rinascita.
Ogni anno lo Sherwood ci regala un grande concerto rock. L'anno scorso era il turno dei Suicidal Tendencies, quest'anno di un'icona del grunge (parola che non mi è mai piaciuta! nda) degli anni '90. In passato ho già visto gli AIC due volte, dunque mi aspetto un grande show, sperando nel ripescaggio di qualche vecchio pezzo tra i miei favoriti. Sarà dura controbattere ad un concerto dei Pearl Jam di qualche giorno fa, dove un Eddie Vedder qualunque è stato semplicemente grandioso!
Dopo il gruppo di supporto, gli Shame, gli AIC salgono sul palco. Cantrell sembra sempre più vicino ad una copia di Gandalf; Mike Inez ed il batterista Sean Kinney appaiono in piena forma. E DuVall? William, un Lenny Kravitz magro, asciutto e con una voce che ci ricorda tanto il buon vecchio Layne, ha ormai preso possesso di questa imponente creatura. Il suo cantato, unito a quello di Cantrell, sono la vera forza dei nuovi Alice in Chains. Si parte con "Bleed the freak", ma abbiamo già capito che sarà un gradissimo concerto, anche perchè sentire gli AIC dal vivo è come stare seduti sulla poltrona di casa propria, davanti ad un loro cd. Mi stupisce ogni qual volta li vedo il basso prepotente di Mike Inez; al contrario di diverse band, riesci sempre a sentire il suo inconfondibile sound. E' forse questo uno dei motivi che rendono grandi gli AIC? Soltanto uno. Aggiungete la chitarra di Cantrell ed i suoi soli uguali a quelli che potete sentire sui loro lavori, il drumming perfetto di Kinney e la versatilità di DuVall. Già! William è un'ottima seconda chitarra. Un attimo prima lo vedi con una ritmica in mano, un altro con un'acustica, un altro ancora senza, dando corpo a quei pezzi che hanno reso grandi Alice. Nelle sue corde c'è tanto di Staley. Lo sentiamo quando si arriva a "Down in a hole" o quando duetta con Cantrell in "No excuse". I vecchi AIC si fondono bene con i nuovi, basta sentire una "Hollow", il mio pezzo preferito di "Dinosaurs...", eseguita in modo magistrale. La cosa incredibile è che William ormai non ha paura di confrontarsi con lo spettro di Layne; la sua sicurezza nell'interpretare pezzi come "Damn that river" o "It ain't like that" è disarmante! I fan lo percepiscono, tanto da urlare a squarciagola ogni qual volta gli AIC richiedono la loro presenza. Un simpatico Mike Inez, rifocillatosi ad un certo punto del set con una banana, rimane un po' nell'ombra rispetto ai suoi più carismatici colleghi. Cantrell e Duvall dominano la scena.
Gli AIC regalano un pezzo in più rispetto alla gig precedente. Il nuovo, imminente album è presente soltanto nell'esecuzione del primo singolo "The one you known", che ricalca il loro perfetto stile vincente. La più cantata? Senza dubbio "Man in the box", seguita da una "We die young" e una "Rooster" che chiude definitivamente il set, dopo quattro bis. Uno show perfetto! Se qualche giorno fa i Pearl Jam hanno dimostrato di essere tra i migliori, ecco gli Alice in Chains a reclamare di diritto la corona. Unico rammarico: osare di più! Ci aspettiamo che il gruppo di Seattle ripeschi alcuni pezzi del loro grande passato, su tutte una "Sea of sorrow" che manca ormai da troppo tempo. Ma questo è comunque cercare il pel nell'uovo...


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Setlist

Bleed the Freak
Check My Brain
Again
Them Bones
Dam That River
Hollow
Last of My Kind
Down in a Hole
No Excuses
Stone
We Die Young
Nutshell
Heaven Beside You
It Ain't Like That
Man in the Box

Encore:
The One You Know
Got Me Wrong
Would?
Rooster



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