18 settembre 2018

Candlemass+Tiamat - Metalitalia.com Festival 2018 - Day 2 (Trezzo sull'Adda, Live Club 16.09.2018)

Anche quest'anno il Metalitalia.com Festival ha un bill di tutto rispetto! Il festival, organizzato da una delle più amate testate web del settore, è già da diversi anni uno dei favoriti da parte dei metalheads italiani, grazie anche alla presenza di gruppi mainstream nella sua programmazione. Dal mio punto di vista, anche quest'anno partecipo alla seconda giornata, interessato ai due gruppi principali in cima alla locandina. I Candlemass sono un gruppo di culto del doom mondiale, una di quelle band che bisogna vedere almeno una volta nella vita. I Tiamat... beh, loro sono uno di quei gruppi che ho aspettato da tutta una vita! Già da qualche anno ho provato a programmare una trasferta all'estero per poterli vedere almeno una volta. Eindhoven, Russia, Spagna sono solo alcune delle location in cui ho provato ad organizzarmi soltanto per loro, lasciando poi perdere per diversi motivi. I Tiamat, si sa, non fanno ormai molte date e sono stati anche fermi per diverso tempo, dunque la data a Trezzo, in Italia, era una delle più ambite di questa stagione.
La giornata, a dir la verità, non è iniziata affatto bene. Con un vantaggio di mezz'ora per poter raggiungere il non vicino Live Club, grazie ad un traffico bestiale sull'A4 ad opera dei soliti vacanzieri inutili della domenica, sono riuscito a perdermi quasi 10 minuti di show della band capitanata da Johan Edlund. Poteva capitare con qualsiasi gruppo, ma proprio con loro che non avevo mai avuto la fortuna di vedere dal vivo? Immaginate il mio umore una volta entrato all'interno del locale suddetto, dove nonostante una buona affluenza di pubblico non è stato difficile piazzarsi tra le prime file. I Tiamat sono davanti a me, finalmente, con un Edlund piuttosto invecchiato e fuori forma. Cappellaccio calcato sulla testa, occhialoni da sole, magro con uno spolverino nero troppo aderente, tanto da non nascondere e contenere a fatica una pancetta prominente, Edlund è un fantasma che si aggira sul palco, per poter sparire dietro le quinte ogni qual volta non è richiesta la sua presenza. La voce, ahimè, va a tratti! Si perde su alcuni testi, altre volte sussurra. Il suo carisma è immenso, ma la sua presenza scenica lascia un po' a desiderare. Meno male che le sue stupende canzoni tappano questo enorme buco in sede live... La band esegue un set preso dal loro album "Clouds" e dal fondamentale quanto assoluto "Wildhoney". "The Sleeping beauty" mi fa rimembrare tempi passati, ma è solo quando inizia il set di "Wild..." che il pubblico inizia a farsi veramente sentire. "Whatever that hurts" è cantata da tutti i presenti! Ottime le musiche, anche se il cantato del loro frontman, una delle voci più suggestive del panorama metal, lascia il tempo che trova. La song è subito seguita da "The Ar" e "The Visionaire", ma le delusioni non finiscono qui, quando Edlund si rifiuta di continuare a cantare la bellissima "Do you dream of me" per "problemi personali". Dov'è finito il caro satanista che tutti conosciamo? Il set di poco più di un'ora si chiude con "Gaia", la mia favorita. Edlund scompare una volta finita la sua parte, non rientrando sul set nemmeno per i saluti.
Vedere i Tiamat è stato fantastico, anche se sinceramente non mi aspettavo uno show così scarno dal vivo. Perfino la scenografia, oltre al vecchio logo della band sullo sfondo, è rimasta priva di alcun interesse. Altro rammarico: l'assenza in setlist di "A Pocket size sun", sempre del suddetto LP, ma forse era troppo chiedere all'Edlund di oggi uno sforzo simile.
Mi prendo una pausa fino all'arrivo del gruppo di testa, i Candlemass. Il loro show, invece, verte tutto sul loro primo album, il mitico "Epicus Doomicus Metallicus" del 1986, suonato per intero dalla band. Proprio per l'occasione, a pochi giorni dallo show è rientrato nelle file della band il loro primo cantante Johan Langquist, autore dello stesso album. Mi chiedo come potrà mai essere un set del genere e come sarebbe stato l'impatto in sede live del vecchio Johan. Tuttavia basta la prima "Crystal ball" a fugare qualsiasi dubbio: Langquist è abbastanza in forma, almeno come voce, salvo una presenza scenica a volte imbarazzante. Johan ogni tanto si trova spaesato, come se appartenesse ad un copione non ancora ben definito e all'interno di una band con compagni a lui estranei. Lo show si dimostra comunque molto gradevole; il sapore del buon vecchio doom riempie i cuori dei presenti fino alla conclusiva e immortale "Solitude". La band deve suonare solo un album di 45 minuti, ma tra assoli e gigioneggi tira tutto fino all'ora. Un bis è d'obbligo, quella "Dark Reflections" successiva al loro primo lavoro riproposto in data odierna.
Alla fine lo show è soddisfacente, ma non certo da immortalare come unico e irripetibile. La band ha dato tutto quello che aveva, spinta da un pubblico che ha dimostrato di apprezzare la loro performance.
Facendo i conti, non è stato per me un grande festival, ma non certo per l'organizzazione che mi è sembrata impeccabile come sempre, soprattutto nella scelta delle band in una due giorni che è difficile vedere in Italia a livello di proposta. Le uniche due band che ho visto si sono dimostrate non certo irresistibili, anche se la contentezza di aver visto finalmente i Tiamat mi ha fatto chiudere più di due occhi sul loro show.
Va bene così! Grazie ancora, Metalitalia.com. Vedremo cosa porterà il prossimo anno, in modo da continuare una tradizione che si sta dimostrando sempre più vincente.

Gallery

Tiamat

 


Candlemass

 

Setlist

Candlemass

Marche Funebre
Crystal Ball
Demons Gate
Black Stone Wielder
Under the Oak
Guitar Solo
A Sorcerer's Pledge
Solitude

Encore:
Dark Reflections

Tiamat

In a Dream
Clouds
Smell of Incense
A Caress of Stars
The Sleeping Beauty
Forever Burning Flames
The Scapegoat
Undressed
Wildhoney
Whatever That Hurts
The Ar
Visionaire
Kaleidoscope
Do You Dream of Me?
Gaia

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