2 dicembre 2018

Bohemian Rhapsody (B.Singer 2018)

Titolo Originale: BOHEMIAN RHAPSODY
Regia: Bryan Singer, Dexter Fletcher

Interpreti: Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Lucy Boynton, Aidan Gillen, Allen Leech, Tom Hollander, Mike Myers, Aaron McCusker, Meneka Das, Ace Bhatti, Priya Blackburn, Dermot Murphy, Dickie Beau, Jess Radomska, Neil Fox-Roberts, Philip Andrew, Matthew Houston, Michelle Duncan, Max Bennett, Adam Rauf, Scott Morrison Watson, Devlin Lloyd, Garry Summers, Matthew Fredricks, Stefan Kopiecki, Pat Lally, Ian Jareth Williamson, Johanna Thea, Adam Lazarus, Peter Vo, Lasco Atkins
Durata: h 2.15
Nazionalità: Gran Bretagna, USA 2018
Genere: biografico


Bohemian Rhapsody, il film diretto da Bryan Singer e Dexter Fletcher, è una coinvolgente celebrazione dei Queen, della loro musica e del loro leggendario frontman Freddie Mercury (Rami Malek), che sfidò gli stereotipi e infranse le convenzioni, diventando uno degli artisti più amati al mondo. Il film ricostruisce la meteorica ascesa della band attraverso le sue iconiche canzoni e il suo sound rivoluzionario, la sua crisi quasi fatale, man mano che lo stile di vita di Mercury andava fuori controllo, e la sua trionfante reunion alla vigilia del Live Aid, quando Mercury, afflitto da una gravissima malattia, condusse la band in una delle performance più grandiose della storia del rock. Facendo questo, il film cementa l'eredità di una band che è sempre stata più di una famiglia e che continua ancora oggi a ispirare gli outsider, i sognatori e gli appassionati di musica.
(fonte. Filmscoop.it)

Troppo facile fare la recensione di un film di questo genere quando si è un grandissimo fan dei Queen e soprattutto di Freddie Mercury. Io non lo sono mai stato! I Queen sono sempre stati uno dei gruppi più amati ed osannati dalla folla; il mito di Freddie Mercury è stato celebrato in tutti questi anni con ogni sorta di onorificenza mai esistita. Ma, nonostante tutto questo, a me non sono mai piaciuti. Troppo poco rock per i miei gusti. Troppo alta e squillante la voce di Freddie. La chitarra di Brian May non mi ha mai emozionato, nonostante mi piaccia qualche loro sporadico pezzo. Ma, se devo dirla tutta, è sempre stata la figura di Mercury a non avere mai fatto in me nessuna presa.
Mercury è stato un grande frontman, uno che sapeva ammaliare e trascinare le folle. Ma a lui ho sempre preferito le rockstar più mascoline e con una voce più graffiante e singolare... come Bon Scott, Mick Jagger o Iggy Pop, come David Bowie, Lou Reed o Trent Reznor. Niente a che fare con le movenze effeminate di un ometto con dei baffetti neri.
A questo punto ho già scatenato le ire dei fan dei Queen e di Mercury, tanto vale continuare. A dispetto di questa singolare premessa, il film mi è davvero piaciuto. Lo so, adoro le rockstar maledette ed irriverenti. Ed è questo il grande merito di tutto il film: renderci simpatico Mercury fin dall'inizio, con la sua immagine ed i suoi modi sfacciati, con il suo egoismo e soprattutto quel narcisismo che lo rendeva unico, conscio di essere un grande fra i grandi. Il film è stato parecchio criticato, dai giornali e dagli stessi fan più esigenti. Diciamolo subito: questa pellicola ha avuto una gestazione difficile, partendo dai registi che si sono avvicendati sul set per cause ancora poco chiare fino ad avere diverse riscritture anche in corso d'opera. Tuttavia è questo il cinema: rendere un prodotto bello ed accattivante tramite un soggetto che è già bello da sè.
La pellicola ci mostra, con una cronologia un po' troppo confusa e sbrigativa ma efficace, la nascita e l'ascesa di Freddie Mercury e dei suoi Queen. Anche se, nello stesso film, gli altri membri della band sono trattati come delle macchiette e delle figure piuttosto in ombra rispetto al loro leggendario frontman. E' un po' lo stesso problema che si è avuto quando Oliver Stone girò il controverso "The Doors", raccontando un Jim Morrison come la folla voleva che fosse. Qui Mercury è un novello Morrison, anche se tutto a modo suo. Ci viene mostrata l'infanzia, la sua ascesa e la sua caduta, la sua natura sessuale ambigua e tutti i suoi difetti, sottolineandone la sua forza ed il suo grande carisma sul palco. L'attore Rami Maleck, che ho già amato in quel piccolo gioiellino che è la serie di "Mr Robot", è pressoché perfetto, oltre ad avere una buona somiglianza con il protagonista. Le movenze ed i gesti sono quelli di Mercury, perfino il suo carisma riesce ad uscire fuori dal grande schermo. Il resto degli attori, invece, non è all'altezza del protagonista anche perchè lasciati miseramente in secondo piano. Soltanto Michael Myers, nei panni di Ray Foster, si difende piuttosto bene.
Inutile dire come la sequenza finale del film sia la più riuscita di tutte, dove la band si esibisce per i venti minuti del Live Aid in maniera impeccabile. Ma questo era scontato. Le canzoni sono il punto forte della pellicola, con un'ottima ed accurata scelta dei pezzi. Da manuale la genesi di diversi pezzi della carriera dei Queen, da "We will rock you" a "Bohemian Rhapsody" ad "Under Pressure" o "Another one bites the dust", anche se lo schema alla fine appare un po' forzato.
Visto da fuori, ovvero da NON fan dei Queen, lo reputo assolutamente un buon prodotto. Forse non troppo veritiero o preciso, come del resto quasi tutte le biografie che sono state trasposte per il grande schermo. Ma questo, ripeto, è il cinema: deve far emozionare, come Freddie ha fatto emozionare tutti i suoi fan tramite la sua musica.

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