20 maggio 2019

Reinhard Kleist - "Cash. I see a darkness" (bao publishing 2006)

Dopo Nick Cave, dovevo per forza leggere il fumetto che Reinhard Kleist ha dedicato alla biografia di Johnny Cash. Due autori piuttosto particolari, figli del loro tempo ma allo stesso modo fuori da ogni schema. Il mito di Cash, dopo la sua morte avvenuta nel 2003, si è rafforzato. Le sue canzoni sono quanto di più emozionante abbia partorito la musica country. Ma, tralasciando per un attimo la musica, anche lo stesso autore di Kingsland, come ogni genio, ha vissuto la sua vita sul filo del rasoio, schiavo della sua stessa arte e delle droghe che lo hanno portato sul bordo di un baratro.
La vita di Cash parte dall'Arkansas, dove con la sua famiglia coltivava i campi di cotone. La morte del fratello, l'amore per la musica e la sua voglia di girare il mondo lo portano a vivere la sua vita appieno, come un vagabondo che lascia la moglie (Vivian) e i figli a casa per inseguire la sua carriera. Ben presto conosce le prime droghe, le anfetamine, che lo portano su di giri e lo sostengono nel suo estenuante tour de force per l'affermazione.
Johnny Cash rimarrà per tanto tempo schiavo delle droghe e dei suoi demoni, tanto che lo porteranno a rischiare e quasi perdere il suo amore per June Carter. Ma il Signore ha altri piani per lui! Oltre a farlo suonare nella storica prigione di Folsom, in uno dei live più spettacolari e storici di tutti i tempi, gli mostra la retta via e la redenzione proprio quando si trova al limite, davanti alla morte. Corona il sogno della sua vita, ricostruisce una carriera negli ultimi anni della sua vita grazie al produttore Rick Rubin. "Hurt" dei Nine inch nails, riproposta in una versione acustica che fa venire i brividi, è forse l'ultimo capolavoro della sua carriera...
Come il fumetto su Nick Cave, così come in questo Kleist è spettacolare! Bellissimi i disegni, cupi e molto significativi. Bellissima la ricostruzione della vita di uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi.
Le canzoni del grande Cash si fondono con i disegni del fumettista tedesco. Difficile trovare opere che sanno unire musica, fumetto e narrativa in maniera così abile come quella a cui ci troviamo davanti.

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