22 giugno 2022

Firenze Rocks - Day 4 (Metallica, Greta Van Fleet, Jerry Cantrell) (Firenze, Visarno Arena 19.06.2022)

Ritorna il Firenze Rocks, decisamente uno dei festival meno amati dal sottoscritto. Lo so, la mia presenza qui risulta ancora una volta inspiegabile, se non fosse che dopo due anni di lockdown e assenza da concerti ho voluto reinvestire il voucher avuto dal concerto super-rimandato di Ozzy in una data quasi sicura. Ogni anno spero che non venga nulla di interessante in questa pseudo-manifestazione, per poi trovarmi sempre qui una o due volte mio malgrado.
Non ritorno sui motivi del mio mancato amore per questo "festival", ma indicherò soltanto una delle sue cause: birra a 8 euro, acqua a 3! Fine delle dichiarazioni. Vediamo invece il lato più importante: quello della musica.

La presenza dei Metallica, una delle band più coinvolgenti in assoluto dal vivo, sarebbe già stato un ottimo motivo per sorbirmi i disagi del Firenze Rocks, se non fosse che anche i gruppi di supporto, una volta tanto, risultino alquanto interessanti. I Greta Van Fleet, già visti nella loro prima data italiana in assoluto a Bologna, sono un buon boccone. Tuttavia il pezzo grosso, almeno per me, risulta essere quello piccolo per tutti gli altri: Jerry Cantrell con il suo progetto solista, per una volta in pausa dai suoi Alice in Chains. Il quarto e primo gruppo in tabellone non so sinceramente chi siano…

Veniamo a Jerry. Abbiamo avuto la sfiga di trovarlo ad un festival, per una durata intorno ai tre quarti d'ora… In altri paesi, almeno quelli evoluti, Cantrell ha fatto show da headliner, deliziando i suoi fan con una setlist unica comprendente tutto il suo background artistico. In Italia, forse, è già tanto che ci sia arrivato. Non è il palco per Jerry, troppo presto, alla luce, davanti ad un sole cocente. La setlist è incentrata su diversi brani del suo ultimo capolavoro da solista e alcuni fondamentali classici degli AIC. Jerry è unico! Non so fino a quanto i talebani fan dei Metallica abbiano capito la sua importanza e la sua classe. Qualche applauso lo si è sentito sui pezzi forti Man in the Box o Would, per non parlare dell'iptnotica Rooster. Il Nostro ha fatto una buona figura, ma vederlo in una situazione del genere è risultato alquanto castrante. Buona prova anche per il suo cantante di supporto, quello per intenderci che fa le veci del grande Laine (chi vuole capire capisca! nda).

Fa un gran caldo, ma fortunatamente una leggera brezza stempera ogni tanto gli animi. In questo contesto si inseriscono i Greta, figli degli Zeppelin e autori di un buon rock molto anni '70 apprezzato da molti (a parte i puristi, ovviamente). La band ha già dimostrato in questi anni cosa sa fare… e non posso che promuoverli a pieni voti. Certo che un loro show tutto intero faccio fatica a digerirlo, ma questo non è importante quando davanti hai un quartetto che fa buona musica. E' una di quelle band che va bene vedere un paio di volte, poi basta!

Gli animi iniziano a riscaldarsi, perché sul palco stanno finalmente per arrivare gli headliner. I Met partono spediti con un trittico devastante: Whiplash, Creeping Death ed Enter Sandman. Questi vengono eseguiti sulla passerella che circonda lo snakepit, batteria compresa. Soltanto l'intro di Morricone era bastato per alzare il livello dello show…
La scenografia non è ovviamente ai livelli dei tour singoli, soprattutto quelli con il palco centrale, ma la band ha sempre l'attitudine a focalizzare sopra di sé l'attenzione. Aspettiamo con ansia i pezzi a sorpresa che eseguiranno in questa data di Firenze. Uno è Harvester of Sorrow, seguito dalla vecchissima Trapped Under Ice (non male!). Meno apprezzati dal sottoscritto sono No Leaf Clover, Dirty Windows dal bistrattato St. Anger e la troppo classica Seek & Destroy (avrei preferito un pezzo meno battuto da Kill'em All …). Non manca Nothing Else Matter e Moth into Flame, qui andiamo così così! Altre date precedenti hanno avuto pezzi più ricercati (Wherever I may roam?), ma bisogna accettare quello che passa il convento.

Lo show merita, niente da dire, ma è solo un parere personale che porta i Metallica ad una posizione di secondo piano rispetto al futuro. Sento una pesante sensazione di "già visto" e di ricerca di novità, che del resto mi ha portato in questi anni a rifugiarmi in altri generi più underground.
Ritornando allo show, fa sempre piacere sentire Fade to Black e i bis Damage Inc. (fantastica!), One e la granitica Master. La band chiude con i soliti, lunghissimi saluti e un arrivederci dato da un Hetfield piuttosto stanco e provato (si è sentito! nda). I Metallica fanno ancora il loro corso; vedremo in futuro se i nostri torneranno ad incrociarsi.
L'uscita dall'Arena ed il rientro a casa ve li risparmio, in barba a tutte le misure di sicurezza farlocche di questo paese.

Addio Firenze Rocks (spero)!

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