20 novembre 2023

Fear Factory + Butcher Babies + more (Roncade TV, New Age Club 19.01.2023)

Dopo tantissimo tempo si ritorna a Roncade, al New Age Clube, in provincia di Treviso. Tanti ricordi, tanti concerti passati, alcuni memorabili. Mi sembra un'eternità, se cerco di ricordare l'ultima volta in cui sono stato presso questa discoteca (o ex discoteca?) adattata a location live di concerti metal. Ricordo tutto: la sala, lo stage, il bar, la colonna in mezzo alle scatole… Certo non posso dire che sia una delle mie location preferite, visti anche i chilometri che mi devo sorbire per venire qui. Tuttavia, si sa, al cuore non si comanda.

I Fear Factory, forse qualcuno non lo sa, sono sempre stati uno dei miei gruppi preferiti anche se, nel corso degli anni, la loro altalenante carriera mi ha portato a disamorarmi un po' di loro. Non ho mai mancato un'uscita dei loro dischi, anche se la qualità, con il passare del tempo, ne ha risentito parecchio. Il valzer tra i componenti della band, soprattutto per quanto riguarda quelli storici, è stato deleterio, tra litigi e controversie legali. Alla fine l'unico elemento originale rimasto è lui, il corpulento chitarrista Dino Cazares, insieme al dipartito Burton C. Bell il cuore pulsante della "fabbrica della paura". Per concludere questa lunga telenovela, proprio prima dell'uscita dell'ultimo album, è stato Burton ad andarsene definitivamente, dopo un periodo passato in cui i FF erano stati trascinanti unicamente dalla sua volontà di portare avanti questa band tanto osannata quanto disastrata. E si sa: di solito, quando un gruppo rimane orfano del loro cantante storico, non sempre le cose vanno bene. Cazares ha dunque voluto puntare su uno sconosciuto, un italiano, ma con una grande voce e un'umiltà che forse mancava a Burton. Purtroppo, in sede live, la presenza dello stesso Bell non è mai stata molto solida, complice una mancanza di voce che in alcuni show si sentiva particolarmente. Pertanto, pur con diversi rimpianti, accogliamo questa nuova formazione del combo di LA, sperando che ci dia ancora tante emozioni.

Devo dire che non sto più nella pelle nell'attesa di sentire diversi brani dei FF dal vivo. I loro primi dischi, soprattutto i primi due, sono magnifici, ma anche nei successivi si conta qualche canzone di pregevole fattura. Una di queste, finalmente, è Archetype, presente nella loro setlist odierna. Ma andiamo con ordine…

Il primo gruppo a salire sullo stage sono i Ghost of Atlantis, che sinceramente non conosco. Il locale si deve ancora riempire ma la band si impegna per conquistare l'esiguo pubblico presente. La prima band non è niente di ché, ma onore a loro nell'aprire un bill che li vedono svantaggiati sia nell'orario che nella posizione in cartellone.

Tocca ora agli Ignea: mai sentiti! Ucraini, con ovviamente una cantante donna (come i più famosi Jinjer). Non è una proposta che mi interessa, nonostante la bravura della cantante Helle Bohdanova. Li seguo con un interesse piuttosto relativo, anche perché sono artefici di una buona prova. Da segnalare la presenza di un membro della band con a tracolla uno di quei tastieroni molto anni 80...

Penultima band del bill sono quei Butcher Babies capitanati dalla bellissima Carla Harvey, famosa forse più per la sua avvenenza che non per le doti canore. Peccato che Carla non ci sia, a causa di un'operazione all'occhio che le ha fatto saltare il tour completo, lasciando alla sua partner Heidi Sheperd il compito di sobbarcarsi tutte le linee vocali. Sinceramente non ci trovo niente di entusiasmante nei Butcher Babies; se il pubblico si muove soltanto perché fanno musica bella pesante, non deve avere chissà quali gusti. Se non fosse per il duo femminile presente, sinceramente, non so quanto seguito potrebbero avere. Non vi è niente di particolarmente entusiasmante nella loro musica, anche se Heidi dal vivo è un buon animale da palcoscenico. Qualche song è appena carina, oltre che potente. Fine.

Veniamo finalmente ai FF. Si parte con Shock, per proseguire con una ferocissima Edgecrusher. I grinders americani non lasciano prigionieri e, grazie alla presenza del nuovo frontman Milo Silvestri, regalano alla band quella freschezza nell'esecuzione che gli era mancata in precedenza, data la scarsa impronta vocale in sede live dello storico Bell. Mi dispiace dirlo, ma la sostituzione ha dato nuova linfa al gruppo in questione, anche se ormai orfana dei suoi creatori principali.
La setlist è quanto di meglio ci si potesse aspettare da una band del genere. Qualche sorpresa, ma nemmeno tante. Dal primo, unico album è sopravvissuta la sola Martyr; nemmeno Scapegoat fa più parte della scaletta. Il più rappresentato, come sempre, è il loro capolavoro Demanufacture, oltre ovviamente ai singoli principali e più azzeccati presenti negli album seguenti. Un solo pezzo è tratto dall'ultimo album (Disruptor), quello del tradimento di Burton. L'affluenza è buona, anche se il posto non è certo enorme in fatto di capienza. In qualche song è partita anche la lacrimuccia; ci sono nato con i FF e i loro album hanno segnato la mia infanzia. In passato ho dovuto sostenere anche una trasferta invernale solitaria dalla Sardegna a Milano, hotel e autobus compresi, per poterli finalmente ammirare. I viaggi della speranza sono finiti, ma l'ammirazione a questa band non tramonterà mai.
Ritornando alla setlist, oltre alla bellissima Descent, alla ruffiana ma potente Linchpin e all'onnipresente Replica, ho apprezzato la presenza, come già detto, di Archetype, ma anche il ripescaggio di Freedom or Fire e la presenza di una Slave Labor inaspettata (sempre dall'album Archetype), a discapito di Self Bias Resistor. Milo dialoga parecchio con il pubblico, incita alla rivolta totale (in italiano. nda) il feroce pubblico trevigiano e presenta i pezzi e la storia dei Fear Factory passo dopo passo, canzone dopo canzone. Ai lati del palco, i due corpulenti Tony Campos e il solito Dino gli fanno da spalla, oltre a ricoprire le backing vocals. Tanto coinvolgimento con il pubblico, tanta empatia da parte della band ci porta infine alla conclusione dello show da parte di Resurrection, anche questa magistralmente interpretata dal singer romano.
Un'ora e mezza di devasto, un ritorno dei Fear Factory che sono per me come una buona medicina dell'anima mi fanno desiderare immediatamente un altro show che, lo so, non tarderà ad arrivare. Si torna a casa, soddisfatti, sicuri di aver inserito un altro tassello importante all'interno del proprio background musicale.

Setlist Fear Factory

Shock
Edgecrusher
Recharger
Dielectric
Disruptor
Powershifter
Freedom or Fire
Descent
Linchpin
What Will Become?
Slave Labor
Archetype
Martyr
Demanufacture
Zero Signal
Replica
Resurrection

Setlist Butcher Babies

Backstreets of Tennessee
Red Thunder
Monsters Ball
King Pin
Wrong End of the Knife
It's Killin' Time, Baby!
Beaver Cage
Spittin' Teeth
Last December
Magnolia Blvd.

Setlist IGNEA

Dunes
Camera Obscura
Daleki Obriyi
Bosorkun
Magura's Last Kiss
To No One I Owe
Nomad’s Luck
Leviathan

Setlist Ghosts of Atlantis

The Curse of Man
Sacramental
The Lycaon King
False Prophet
The Lands of Snow

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