6 aprile 2024

Omar Pedrini (Padova, Hall 15.03.2024)

Serata nostalgia. I Timoria sono stati un bagaglio importante per la mia cultura rock, oltre ad essere una delle poche band italiane nostrane ad essere davvero valide all'interno di una nicchia sempre più ristretta. Gli anni di Renga e di "Viaggio senza vento" sono rimasti nella memoria dei rockettari della mia età anche se, con il passare del tempo, la band non ha mantenuto quello che aveva promesso. L'addio di Renga è stato devastante ed il solo Pedrini, forse, non ha retto l'urto con il marcio music business italiano. Ci rimangono, fortunatamente, tutti quei lavori dei Timoria e dello stesso Omar che per un periodo piuttosto lungo ci hanno fatto comunque sognare.

Si ritorna alla Hall di Padova, il capannone in zona industriale che "potrebbe", ma non fa! La location è ottima, almeno per chi ha la macchina, ma la programmazione non è delle migliori. Ogni tanto esce fuori qualcosa di vero dal cilindro.. e il concerto di Omar Pedrini, vecchia icona rock della nostra penisola, è uno di questi. Attorniato da turnisti di lusso, Pedrini rispolvera i classici di una vita, sia dei Timoria che della sua proficua carriera da solista. Il tempo passa. E' innegabile che qualche lacrimuccia scenda, anche perché siamo tornati indietro fino a 35 anni dai giorni nostri.

Affluenza: discreta. Il pubblico appartiene alla vecchia guardia, di quelli che sanno anche le vecchissime canzoni della storica band bresciana a memoria.

Ma veniamo al concerto. Il set è diviso in due parti, con una centrale di tipo acustico che contiene un medley infinito di vecchie canzoni appartenenti alla seminale carriera di Pedrini. La Nave, Milano non è l'America, sono tante le song prese in esame, alcune note ed alcune molto meno: parole provenienti dalla bocca del protagonista. Non mancano diversi pezzi storici, da Senza Vento a Il Guerriero, da Via Padana Superiore ad Amsterdam e Il Mercante dei Sogni. Pedrini e la sua band sono molto uniti, tanto da jammare e dialogare con il pubblico ogni qual volta se ne presenti l'occasione.

I doppi bis sono un esempio per fa capire meglio l'aria di famiglia che si è respirata all'interno della location. Le canzoni più attese, come Sole Spento, Freedom arrivano all'ultimo. Ma non è finita! Il pubblico attacca Sangue Impazzito, Pedrini & Co. la completano. In chiusura arriva una Hey Hey My My di Young che dipinge perfettamente un periodo d'oro per il rock italiano, ricordato da Omar con la morte di Cobain, leader storico dei Nirvana.
Tanta emozione, qualche sorriso. Il rientro a casa, in autostrade parzialmente chiuse, risulta difficoltoso. Ma alla fine tutto questo è dovuto. Una porta si chiude, niente forse si riapre. Sempre Timoria!

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