Dopo due giorni di Rock in Idro, si torna subito sul parterre, questa volta all'Unipol Arena, Bologna per vedere di nuovo Trent Reznor con i suoi Nine Inch Nails. Memore della data dello scorso anno al Forum di Assago, dove Reznor & Co. hanno fatto una grandissima performance, non posso mancare a questa data nella più vicina Bologna. I NIN sono uno di quei gruppi dove non esiste una performance mediocre... semmai soltanto buona! Sarò comunque sincero: mi aspettavo qualcosa di più. Non a livello di spettacolo, ma forse in uno show un tantino differente, dove la setlist presentasse qualche grossa, inaspettata sorpresa (e non solo!).
Veniamo a noi: alle 20, puntuali, salgono i Cold Cave, gruppo di spalla. Una ragazza cura computer e sintetizzatori, un giovanotto in giubbotto in pelle nera canta e si agita al suo fianco. Non li conosco. Non mi sono informato su cosa e come lo facciano. Le canzoni sono un mix tra Depeche Mode, Sisters of Mercy e industrial metal. Non sono male.. ci mettono del loro in quello che fanno. Dopo una performance di 40 minuti ringraziano e lasciano il palco.
I NIN salgono sul palco alle 21. Reznor e gli altri 3, in formazione corta, sotto un impianto luci sempre all'altezza, attaccano "Me, I'm not". Uno show dei NIN è indiscutibile: Trent non si risparmia, ci dona i suoi profili migliori e i suoi giochetti con sintetizzatore e campionatori... ma qualcosa non quadra. Non c'è una sorpresa. Forse siamo abitutati male, ma sembra questa volta che il gruppo esegua solo il suo compitino. Non capite male: il compitino dei NIN può essere una grande performance per qualsiasi altro gruppo, ma qua si ha qualcosa che è decisamente al di sotto di quello che abbiamo visto qualche mese fa a Milano. Ripeto: non ci sono grosse sorprese, o forse non le vedo io! "Gave up" è quello che mi aspetto, così con qualche canzone del nuovo, ultimo cd. Le altre scorrono veloci... troppo veloci! Una setlist dei NIN è sempre un orgasmo, ma questa volta sa di prodotto preconfezionato.
Intanto all'Unipol Arena l'affluenza è inferiore a Milano. Troppi concerti in questo periodo, o forse è solo l'effetto Bologna! Dopo un'ora e tre quarti si chiude. Anche stavolta abbiamo sudato e ci siamo distrutti su "Head like a hole", "March of the pigs" e "The Hand that feeds", ci siamo emozionati su "Hurt". Ma i NIN sono anche altro e spero che la prossima volta sia ad un livello più alto.
Setlist:
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Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!