In una Ferrara post-atomica con temperature vicino ai 38°C, davanti al suo bellissimo castello, per la rassegna annuale "Ferrara sotto le stelle", si esibisce il gruppo scozzese di culto The Jesus and Mary Chain. Per chi non conoscesse la suddetta band, corra immediatamente su Wikipedia o (meglio) su Youtube per informarsi; per tutti gli altri, sappiate che è stato davvero un buon concerto!
Fa (troppo) caldo, ma non riesco a rinunciare a stare nelle prime file, sulla sinistra del palco. Il pubblico, vestito di nero in pieno stile anni '80, va dai 40 anni in su: questa volta i giovanissimi sono in minoranza, forse perchè non si tratta di un gruppo di richiamo, ma pur sempre di un pezzo di storia del noise pop e shoegaze (cercare nel dizionario, please!). Mi complimento con me stesso per essere stato presente a questo evento!
Ad aprire lo show tocca alla one man band The Sleeping Tree, ovvero il cantautore triestino Giulio Frausin. Chitarra a tracolla, tanta voce, propone un buon folk di stampo americano in stile Damien Rice, con le sue inconfondibili pennate fatte con il pollice per accarezzare il suo strumento. Tanto coraggio in questo ragazzo, ma davvero tanta classe. La folla apprezza il suo breve set, conquistata dalla sua umiltà e bravura.
Tocca al gruppo della serata salire sul palco! Poche parole, statici, strumenti alla mano, non sembrano i pericolosi The Jesus and Mary Chain che tutti conoscono. Il loro suono però è davvero travolgente! Pur non essendo una grande band in sede live, la loro musica è strabiliante. Un sound di chitarra frastornante, un vero e proprio muro di suono. All'inizio sembra che la band svolga solo il suo facile compitino: sembrano tutti dei bravi scolaretti durante il saggio di fine anno. Ma è proprio così che vogliono essere: unici nel loro genere, anarchici nella loro minimale impostazione. Non è uno show con fuochi d'artificio o effetti speciali di genere Kiss, ma un concerto che (forse) sarebbe stato migliore in uno sporco e puzzolente pub, nel buio più totale. Tuttavia il loro show è impagabile. Dopo un primo set di canzoni tratte da diversi album, la seconda parte è dedicata alla trasposizione del loro, primo "Psychocandy". Partono così con la proposizione di 14 brani, per la gioia di tutti quei fan che li hanno sempre seguiti e considerati un mito.
Setlist
April Skies
Head On
Blues From a Gun
Some Candy Talking
Psychocandy
Up Too High
Nine Million Rainy Days
Reverence
Upside Down
Intermission
Psychocandy
Just Like Honey
The Living End
Taste the Floor
The Hardest Walk
Cut Dead
In a Hole
Taste of Cindy
Never Understand
Inside Me
Sowing Seeds
My Little Underground
You Trip Me Up
Something's Wrong
It's So Hard
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