27 novembre 2015

Ministry - "In case you didn't feel like showing up" (VHS 1990)

Industrial metal. Che cosa vuol dire esattamente questa parola? Nel genere industrial si sono messi dentro tutti quei gruppi che, oltre ad utilizzare strumenti musicali convenzionali, utilizzavano rumori e suoni prodotti da qualsiasi tipo di oggetto. Martelli, chiodi, seghe circolari, ma anche lo stridio di una frenata di un'automobile in corsa, oppure il frastuono di un martello pneumatico. Se in passato questi rumori venivano eseguiti utilizzando e percuotendo gli stessi oggetti presi in esame, nei tempi moderni l'utilizzo di computer ha permesso di campionare qualsiasi tipo di suono o rumore distorcendolo, amplificandolo, modificandolo in modo da ottenere gli effetti più disparati.

Già dagli anni '80 i Ministry di Alien Jourgensen, band rumorista proveniente da Chicago, erano considerati uno dei gruppi trascinatori del cosiddetto genere "industrial metal", riuscendo a reinterpretare una forma di musica già esistente in passato, plasmando un sound che li ha resi una delle formazioni fondamentali di questo filone musicale.
Dopo aver prodotto quattro album di pregevole fattura, la musica dei Ministry ha saputo evolversi anche dal punto di vista live. I loro concerti, come si può notare dalla visione di questo show registrato a Merriville durante il tour americano del 1989-1990, sono un concentrato di rumore, elettronica e dance, uniti a visioni di tipo urbano-industriale. Non capite di cosa sto parlando? Proviamo a commentare la visione di questa VHS rilasciata dalla band ben quindici anni fa...
Lo stage non è molto grande. A prima vista si possono notare due batterie: una tradizionale, l'altra elettronica. Bill Rieflin e Martin Atkins duettano dietro i tamburi, creando un botta e risposta nell'attesa che i loro colleghi salgano sul palco. Si possono vedere alcuni brevi fotogrammi girati nel backstage, insieme a dei video che ritraggono panorami di tipo industriale: fabbriche, piattaforme petrolifere, altoforni, operai al lavoro. Attraverso diversi filtri da camera possiamo intanto iniziare a scrutare lo stage; una rete metallica, piuttosto alta ai lati eccetto che nella parte centrale dove si abbassa ad altezza d'uomo, è posta come barriera tra il pubblico e la band. Sono presenti inoltre dei bracieri accesi, che mischiano le loro fiamme intense con i fumi della macchina apposita.
La band sale sul palco, avvolta da una nube quasi mistica, e attacca "Breath". Jougensen al centro, con un cappellaccio calcato sulla testa, capelli rasati da un lato e lunghi dall'altro. Ai due lati sono presenti Mike Scaccia e Terry Roberts, con Paul Barker al basso. Andando avanti scopriamo che sul palco non ci sono soltanto loro: gli show dei Ministry prevedono sempre la collaborazione di diversi ospiti che si alternano con più strumenti quali voce, tastiere, cori e chitarre. Una parte dello spettacolo è data anche dal pubblico, che utilizza la parte dello stage davanti alla rete per ballare, piroettare curiosamente e fare un forsennato stage diving. Sembra di essere all'inferno, e forse lo siamo!
Dopo "Breath", Al imbraccia la chitarra e attacca "The Missing". E' incredibile come non si possa finire ciechi visto la grande quantità di luci stroboscopiche, flash, flare che sembrano provocati da delle vere e proprie granate accecanti. "Missing" è quasi unita alla successiva "Deity". Abbiamo capito che questo non è uno show normale, ma una vera e propria bolgia!
Per la lunghissima "So what", Jourgensen cede il microfono a Chris Connelly, un vero e proprio allucinato. Sguardo da serial killer, giacca e cravatta, capelli corti rasta, Connelly urla dentro il microfono, usando il filo alternativamente come frusta. La song è lunga, con il suo incessante passo in stile dub. Nella parte finale Chris si arrampica sulla rete e duetta con Jourgensen, in uno scenario che sembra uscito da un film post-apocalittico.
Silenzio! Un filmato in cui si può vedere una persona andare a fuoco, oltre ai soliti paesaggi industriali a cui ci hanno abituato, introduce la tiratissima "Burning inside". Sul palco si possono notare i braceri accesi, oltre alla presenza di giocolieri e mangiafuoco. Un T-rex meccanico sputa fuoco, un uomo incappucciato ruota a testa in giù legato ad una ruota. Oltre che industrial, i Ministry hanno decisamente un loro lato horror. Le telecamere non ci trasmettono soltanto immagini nitide dello show, ma piuttosto spesso sono filtrate generando diversi effetti quali il bianco e nero, calore, seppia, infrarossi, sfuocature etc. Per "Thieves" le voci passano a Nivek Ogre e Joe Kelly. Una canzone tesa come il cavo elettrico presente nello schermo alle loro spalle. "Stigmata" chiude la parte principale del concerto, con un Jourgensen ispirato che nel finale manda a quel paese tutti e tutto, donando più di un "fuck" nel suo microfono filtrato.
Prima del bis, sale sul palco Jello Biafra (ex leader dei Dead Kennedys) che come suo solito recita uno spoken word contro il Governo Americano, dove aleggia su tutto la presenza di una "Yankee swastika". Parte "The Land of rape and honey", similitudine tra l'America e la Germania nazista. Jourgensen indossa un elmetto aerografato da seconda guerra mondiale con un velo che lo fa sembrare uno sceicco pazzo. Jello, a petto nudo, si mette il pollice in bocca e fa il saluto nazista, oltre a sventolare una bandiera USA per tutto il palco ed infine bruciarla.
I titoli di coda chiudono questa VHS non tanto lunga come durata, ma sicuramente intensa e singolare. I Ministry dimostrano di essere una band fuori da ogni schema, ancor prima di esplodere per il grande pubblico con l'album "Psalm 69". Se ciò che avete letto vi ha incuriosito, vi invito a procurarvi questo bellissimo live, disponibile anche su Youtube.
So What!

P.S: una dedica la devo fare a Mike Scaccia, che ci ha lasciato tre anni fa. Un grazie va a Salvatore, che mi ha regalato questa VHS molto, molto tempo fa!

Setlist:

Breath
The Missing
Deity
So what
Burning inside
Thieves
Stigmata

encore:
The Land of rape and honey

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