18 ottobre 2019

Sleep (Bologna, TPO 16.10.2019)

Prendete il suono più classico dei Black Sabbath, una manciata di buon stoner ed imbevete il tutto nell'acido lisergico. Otterrete un suono cupo, molto atmosferico che ricorda un po' quei Saint Vitus che hanno fatto la storia di un genere. Beh, dal punto di vista delle composizioni, gli Sleep sono qualcosa in più, senza volerne al gruppo di Chandler di cui sono un loro fan. Gli Sleep, uno dei tanti gruppi riunitisi dopo un buon periodo di pausa, fanno parte degli anni '90 e hanno avuto modo di prendere tutte le buone influenze derivate dai periodi precedenti al loro. La loro musica è di vecchio stampo, proprio come piace a noi, perchè figlia di quegli anni dove tutto quello che usciva risultava cosa buona e giusta. Quattro album all'attivo, pochi, anche se si tratta di indiscussi capolavori. La band di Al Cisneros, ritornata dunque nel 2009 dopo una pausa di ben 11 anni, ha saputo comunque attirare su di sè nuove attenzioni da parte di quella frangia di fan che non hanno mai dimenticato quanto hanno fatto di buono negli anni passati, dando alla luce perfino un nuovo lavoro, "The Sciences", che è stato ben accolto dalla critica di genere e dal pubblico (per alcuni, addirittura il disco doom/stoner per eccellenza!).

La data di Bologna al TPO, locale stranamente poco frequentato dal sottoscritto, rischia dunque di essere una delle più interessanti di questo fine anno, vista la caratura della band in questione. Sono stato soltanto una volta in questa location, dunque ero davvero curioso di cosa mi aspettasse in questo bis. Ricordo il TPO come una sorta di centro sociale, almeno dalle apparenze, ma particolarmente adatto come atmosfera a gig di questo genere dal sapore un po' underground.

Gli Sleep si presentano sul palco dopo l'apertura dello show da parte dei Lucy in Blue, autori di una gig abbastanza interessante. A poco a poco il locale si riempie, anche perchè la data è andata sold out già un mese fa. C'è molto caldo all'interno del Tpo, non solo dato dal fatto che la performance del combo californiano sia particolarmente intensa. Se dovessi descrivere la band con alcuni aggettivi, li definirei lenti, cupi e dannatamente pesanti!

Sono solo otto le canzoni presenti nel loro repertorio, anche perchè i brani sono piuttosto lunghi. Si va dai dodici minuti di "Sonic Titan", fino ai sedici di "... beneath", tanto per capirci. Le loro sono quasi delle doom-jam session, se non fosse che hanno la struttura di vere e proprie canzoni, più che di mere improvvisazioni. Gli Sleep non perdono un colpo, tanto da sciogliersi in una nuvola di sudore, visto le temperature alte del locale. Matt Pike, chitarrista, si presenta subito a torso nudo, completamente tatuato. Mi metto a contare le gocce di sudore che cadono dal suo gomito sinistro... Al, con la sua barba folta, percuote il basso e da sfoggio alle sue litanie, un cantato chiuso e cupo.

Devo però ammettere una cosa: la musica degli Sleep non è per tutti! Canzoni lunghe, non certo orecchiabili, talvolta tirate fino all'inverosimile, alternate da classici riffoni in stile Sabbath. Non certo pezzi di genere radiofonico, per intenderci.

Dopo più di un'ora e mezza, la conclusiva "Dragonaut" chiude il set, particolarmente apprezzata dai fan che accennano un mosh proprio sotto il palco. L'assalto al merchandising è d'obbligo, come posso constatare dal fatto che le vendite di t-shirt e LP sono andate decisamente a ruba. Ho notato che diverse taglie sono andate esaurite in poco tempo, chiaro segno dell'attaccamento dei fan a una band particolarmente amata, autori di due sold out nelle ultime uscite in terra italica.

L'inverno bolognese è alle porte; speriamo ci porti ancora gruppi di questo livello.


Setlist

Moon Landing Radio Transmission
Marijuanaut's Theme
Holy Mountain
The Clarity
Sonic Titan
Giza Butler
Leagues Beneath
The Botanist
Dragonaut

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