Mi sono mancate le trasferte da concerto! I chilometri in autostrada, le attese, l'adorazione al banco del merchandising (a proposito, la t-shirt di F*ck me Jesus è stata portata a casa. ndr), la birra al bancone del locale, i panini e i cibi allucinogeni giusto per mettere qualcosa dentro lo stomaco… Pura poesia, o forse no! Il Revolver Club di San Donà di Piave non è poi così male e ultimamente si sta dando da fare per costruire una programmazione di tutto rispetto. Onore a loro! L'odore di umanità che mi avvolge una volta entrato nella location l'avevo quasi scordata. Il locale, ad un primo impatto, sembra pieno… e gente ce n'è davvero! Tuttavia ad uno sguardo più attento si nota come gli spazi siano piuttosto larghi. La mascherina c'è e non c'è, ma è difficile tenerla in una situazione del genere. L'entrata è vincolata da Green Pass, giustamente, ma le persone hanno un minimo timore di stazionare in un posto al chiuso. Lo si nota misurando gli ampi spazi presenti tra la folla, soprattutto quelli tra le prime file. Mai visto ad un concerto del genere la presenza di tanto spazio…
Arriviamo quando i Valkyrja sono a metà del set, e per quello che ho sentito non mi sembrano affatto male. Le scenografie sono minimali, anche quelle del gruppo di testa, ma fondamentalmente, vista la situazione, non è importante. I Marduk sono puntualissimi ed eseguono il loro set senza alcuna pecca, o quasi. C'è molta attesa nell'aria, visto un così grande periodo senza alcun concerto decente. Finalmente nessuna sedia, cosa che considero una bestemmia dal punto di vista di ogni live che si rispetti. Il gruppo norvegese ci inonda di blast beat e compie il suo compitino in maniera eccellente. Non si può dire siano affascinanti dal vivo, ma almeno è qualcosa di violento e primordiale!
Dopo tanti anni assaggio di nuovo una prima fila, cosa che mi fa inondare in alcuni momenti del sudore del singer capelluto. Non male, visto i tempi che corrono! Riconosco alcune canzoni della band, ma non ho memoria di diversi lavori che hanno caratterizzato il loro percorso. I Marduk sono una garanzia, ma solo per il nome che portano.
La vera sorpresa è l'assenza dei bis. Il pubblico aspetta, forse non li acclama a dovere. Sta di fatto che i Marduk non rientrano sul palco per fare due classici della band, cosa che ovviamente mi ricorderò in futuro, nel caso mi venisse in mente di farmi così tanti chilometri per andare a rivederli.
Nonostante qualche pecca, anche a livello di suono e strumentazione, il rientro ai concerti (quelli veri!) è andato bene. Si riprende a fine gennaio, o forse a febbraio-marzo. La situazione epidemiologica non sembra delle migliori; un nuovo fallimento nella gestione sanitaria è alle porte, o almeno così sembra. Vedremo se ci lasceranno almeno l'estate, ricca di appuntamenti come non mai!
Setlist
Nessun commento:
Posta un commento
Per colpa delle solite zecche che offrono prestiti, mi trovo costretto a visionare ogni commento. Sorry!