3 ottobre 2022

Metalitalia.com Festival 2022 (Trezzo sull'Adda, Live Club 17-18.09.2022)

Ultimo festival della stagione, il Metalitalia.com Festival torna dopo la parentesi Covid. E' sicuramente un grande ritorno, visto che la suddetta manifestazione, pur non arrivando ai numeri di differenti festival nostrani, è sempre stata una delle migliori, sia dal punto di vista organizzativo che da quello inerente alla programmazione stessa. Nel corso degli anni il Metalitalia è diventato un punto fermo per tutti i metalhead della nostra penisola, tanto da diventare ed acquisire nel corso del tempo una grande importanza da parte degli aficionados che lo hanno reso nel tempo uno degli appuntamenti più attesi dell'anno. La sua programmazione, ricca e sicuramente accurata, ma anche l'organizzazione ricercata e allo stesso tempo impeccabile, è uno dei punti di forza di questo festival, arricchito oltretutto da tutta una serie di servizi quali stand, area food & drink, merchandising di vario tipo e, non ultimo, un sistema di meet & great efficiente e funzionale, accessibile a tutti senza tediose perdite di tempo e furbate in perfetto italian style. Oltretutto anche l'area di consumo dei beni alimentari ha sempre funzionato egregiamente, senza nessuna attesa esagerata che tanto caratterizza invece tutte le altre proposte di genere.
Bando alle ciance, iniziamo a fare un brevissimo ed essenziale report sulle due giornate, rispettivamente di sabato e di domenica del corrente mese.

DAY 1

Il mio arrivo è coinciso con il primo meet dei Sodom, il gruppo headliner della prima tornata, dopo una giornata lavorativa e un viaggio lungo ma non eccessivamente pesante. Le tempistiche hanno giocato a mio favore, permettendomi di arrivare, fare foto e autografi, e recarmi presso il B&B affittato per due notti. Alla fine ho potuto vedere tutte le band di interesse e fare i relativi incontri con le band, permettendomi di vivere questa esperienza in maniera completa.
La prima giornata è dedicata fondamentalmente al thrash/death, grazie alla presenza di un gruppo storico del thrash tedesco come i Sodom ma soprattutto a quella dei Coroner, band svizzera di culto da me ricercata per anni in sede live. Alla veneranda età di 46 anni, riesco ancora a togliermi certe soddisfazioni! Il mio pomeriggio inizia comunque con due band italiane come gli In.Si.Dia e gli Extrema: due bei live, soprattutto quello dei primi. Per quanto riguarda la band di Massara, li ho graditi abbastanza, anche se da diverso tempo ho smesso di seguirli (forse a mio discapito. nda). Altro gruppo che però non ho seguito con grande interesse sono stati gli Onslaught, forse da me troppo sottovalutati… o forse ero troppo impegnato a curiosare tra gli stand piuttosto ricchi del festival. Si inizia a fare davvero sul serio con i Bulldozer, anch'essi italiani, ma con uno show piuttosto interessante, tanto che per alcuni è stato indubbiamente il gruppo con la più grande partecipazione dal parte del pubblico. La band di AC Wild si è dimostrata ancora in forma, nonostante gli anni che passano. Il loro show non poteva che chiudersi con l'ennesima cover dei Motorhead, Iron Fist, band omaggiata piuttosto frequentemente nell'ultimo periodo da parte di tanti musicisti .
Alla fine il momento tanto atteso è giunto: lo show dei Coroner. Il terzetto è stato capace di conquistare il pubblico con la loro tecnica e la loro performance impeccabile. Poche parole, ma tanta buona musica. I loro pezzi sono un mix tra thrash tecnico e progressive, con alcuni brani in cui si è improvvisato magistralmente. Dopo i Bulldozer abbiamo tirato un po' il fiato, ma abbiamo deliziato le nostre orecchie. Grin ha chiuso le ostilità, fino ad un solo bis dal loro storico primo album. Da segnalare il M&G in ritardo proprio con i Coroner, arrivati all'ultimo momento nella location, stanchi ma pur sempre di parola. I fan hanno potuto incontrare la band quasi subito dopo il loro show, andando a colmare quel vuoto che era stato lasciato proprio a causa di detto contrattempo.
La prima giornata si è chiusa con uno show piuttosto lungo dei Sodom. Si parte con un mosh serrato che ha coinvolto l'intero parterre. Agent Orange è stata addirittura eseguita per seconda. Ma, se devo dire il mio parere, la loro performance non è stata proprio di mio gradimento, a livello di gusti personali. A parte qualche pezzo storico, come The Saw is the law, li ho trovati troppo piatti, a volte monocordi. Un gradino sopra i Destruction, ma tanti sotto i loro connazionali Kreator. Buono show, ma basta così! Si va a letto quasi dopo l'una di notte, in modo da prendere fiato per un'altra giornata impegnativa.




DAY 2

Si parte con il meet & great dei Watain, dopodiché mi prendo una grossa pausa al di fuori dal locale. Il primo gruppo per me interessante sembra essere quello dei Tribulation, band che mi hanno già consigliato in molti. Le aspettative valgono le attese, tanto che alla fine il loro show sarà per me uno dei migliori dell'intero festival. Il combo svedese mi ha davvero rapito con la sua proposta che sembra un ibrido tra black metal e darkwave, con diverse venature piuttosto progressive. Non fatevi ingannare dunque dal loro aspetto da darkettoni e dategli una possibilità! Dal mio canto, ho fatto con loro il M&G proprio dopo averli visti.
Per quanto riguarda i Batushka, beh, li avevo già visti a Bologna prima del loro split di formazione. Scenicamente sono impeccabili, vista la loro scenografia funerea costituita da candelabri vari, altarini, turibolo, saio neri e minuziosamente cesellati da frate e una bara (vera?) a capeggiare lo stage. La loro impronta malefica è interessante, un po' meno la proposta musicale. Le canzoni alla fine non sono affatto male, con un black cantato in growl che mischia anche i canti gregoriani, eseguiti da due vocalist incappucciati (come del resto l'intera band) ai lati del palco. Rimane comunque una band che se ne sta ferma per un'ora intera nel proprio posto… e questo alla lunga stanca! Pittoreschi, non c'è che dire.
Di altra pasta invece sono fatti gli Asphyx, gruppo storico del death doom olandese. Oltre alla simpatia e alle imprecazioni varie in perfetto italiano, musicalmente ci hanno regalato uno show davvero valido. Il concerto metal più classico che abbia mai visto. Zero scena, solo musica (e anche un M&G meritato, aggiungo.)
Il festival va avanti, tra birre, paninacci (ovvero la dieta tipica del metallaro da concerto), M&G e ogni tanto un doveroso sguardo al merchandising delle band e un'occhiata fugace agli stand di vinili, libri e cd. A parte un libro di nuova uscita della Tsunami edizioni, sono riuscito a non acquistare nessun altro tipo di materiale (alla fine me la sono cavata con la t-shirt del festival e un'altra di Abbath, di cui forse potevo fare a meno. nda). E proprio Abbath, con la sua enorme scritta autocelebrativa posizionata davanti alla batteria, va a chiudere l'evento subito prima degli headliner Watain. Purtroppo la sua esecuzione è risultata per me forse la peggiore o la più noiosa dell'intero festival. L'ex Immortal si presenta stranamente sobrio sul palco, ma non riesce a catturare quel groove che su supporto fisico riesce piuttosto bene. La volta scorsa mi aveva colpito positivamente, ma in questa ha fatto cilecca! Sicuramente si è limitato a svolgere il suo compitino, anche se devo dire abbastanza bene. La sua performance scivola via velocemente, fortunatamente dimenticata dallo show dei Watain.
Ultimo gruppo a chiudere il festival, la band svedese satanica di Casus Luciferi si dimostra un'ottima scelta piuttosto azzeccata, sia dal punto di vista musicale che da quello scenico. Il palco è costituito da diversi manufatti in metallo sia ai lati della batteria che subito nella parte davanti dello stage. Oltre ad alcuni pilastri ricoperti di strane rune alla cui base si presenta  un mucchio di ossa, è presente davanti al batterista un altarino con delle corna bovine, nel cui tabernacolo sono poste delle candele e alcuni cimeli rituali, come delle sabbie o un coltellaccio arrugginito con cui ogni tanto il loro frontman si mette a giocare/invocare. Molta scena, ma sicuramente accattivante e suggestiva. I Watain sono vestiti in pelle, facepainting, borchie e spunzoni e ricoperti di fuliggine nera. Sembrano vomitati dall'inferno! Il loro muro sonoro è di impatto alquanto violento, tanto da risultare una delle performance più convincenti dell'intero festival. Il loro set di un'ora e un quarto vale il prezzo del biglietto e si contrappone a quello più tecnico del giorno precedente ad opera dei Coroner. Promossi, dunque, nella speranza di rivederli magari ancora un'altra volta.

Ottima organizzazione, ottimi servizi, grandi band e bellissimi show. L'affluenza è stata molto buona ma non da sold out, tanto da permettere la visione di ogni gruppo dalle prime file senza subire una calca esagerata. Nessuna pressione tra la folla ma molto spazio libero, a parte ovviamente i vari mosh che si creavano naturalmente ogni qualvolta se ne presentava l'occasione. Così il Metalitalia.com Festival chiude anche questa edizione e ci lascia annunciando quella dell'anno prossimo, per la fortuna di tutte quelle persone che si sono recate da tutta Italia (ma non solo!) fino a Trezzo. Basta poco, alla fine, per avere grosse soddisfazioni, alla faccia dei tanto disorganizzati festival italiani. Grazie!

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