26 febbraio 2023

Gorgoroth + more (San Donà di Piave, Revolver Club 25.02.2023)

Non c'è più Gaahl da diverso tempo, ma l'occasione di vedere i Gorgoroth di Infernus mi è sembrata piuttosto ghiotta per lasciarmela sfuggire di mano. I chilometri che mi separano dal Revolver Club di San Donà non mi sembrano poi così pesanti, vista la possibilità di poter vedere finalmente uno dei gruppi storici appartenenti alla corrente True Norwegian Black Metal degli anni d'oro. Avrei voluto qualcosa di truculento sul palco, come nello storico Live in Polonia a Cracovia del 2004, ma la band è ormai maturata e fa parte ormai del music business. Niente di trascendentale dunque in uno show che è stato di buon gusto ma nemmeno perfettamente appagante.

L'apertura dello show dei Gorgoroth è stata assegnata a ben tre band prima degli indiscussi headliner. Arrivo in tempo per vedere metà set degli opener Tyrmfar, che non mi colpiscono per niente. I successivi Hats Barn, a parte qualche pezzo di scenografia interessante (solito calice grezzo da cui bere sangue o del buon vino), non mi sembrano essere nelle mie corde. La voce del corpulento e ipertatuato cantante mi sembra quella di un animale in agonia che viene sgozzato, ma musicalmente li trovo davvero poveri. La situazione inizia a farsi interessante soltanto all'arrivo del penultimo gruppo, i Doodswens, un trio autore di una prova che mi ha invece soddisfatto. Facepainting, batterista donna intenta a completare le cerimonie di rito prima dello show, un piccolo altarino con un pentacolo rovesciato fanno da cornice alla loro prova, che mi fa pentire amaramente di non avere comprato il loro Lp di debutto (hanno solo in discografia un demo e uno split. nda). Mi propongo di rimediare, prima di prepararmi all'ultimo show in scaletta…
I Gorgoroth si presentano con Hoest alla voce. Si, proprio il cantante dei Taake. La parte grossa la fa comunque il chitarrista ed unico elemento stabile del gruppo Infernus, autore di diversi riff davvero pregevoli che hanno fatto la storia di questo genere. Purtroppo devo dire che, se musicalmente sono sicuramente piuttosto validi ed attraenti, d'altra parte:
  • Il Diavolo, o almeno un suo gregario, non è apparso durante lo show per complimentarsi con loro;
  • Nessuna croce rovesciata, nessuna crocifissione di uomini/donne nudi, ma nemmeno vestiti;
  • Nessun atto di blasfemia pura o simulata, a parte i testi;
  • Nessuna testa di pecora o di qualsiasi altro ruminante impalata prima/dopo il set;
  • Nessun lancio di carne cruda, almeno una fiorentina. Visto quello che costa, si poteva sempre ripiegare negli intestini del buon vecchio maiale…
Insomma, niente di quello che ti saresti aspettato da un gruppo come i Gorgoroth. Oltretutto son venuti con una scenografia praticamente inesistente. Dimenticavo:
  • Nessun sacrificio umano e/o zootecnico;
  • Nessuna bestemmia in idioma italico (e ciò è molto strano! nda).
Perfino il pubblico, a parte qualche sussurro e un vichingo a petto nudo, mi è sembrato piuttosto moscio. Ad ogni modo il live si è dimostrato rispettabile e i Nostri hanno fatto la loro parte. Concedendo un'ora scarsa a testa per ogni band, il concerto alla fine è valso il biglietto acquistato, pur scivolando velocemente verso la sua inevitabile conclusione. Il Revolver si è dimostrato come sempre all'altezza dell'organizzazione e del ricco palinsesto a cui ci ha abituato in questi anni. Se devo fare solo una nota di disappunto, mi riferisco alla troppa luce presente nel locale durante i concerti di band di siffatto genere. Una platea più oscura sarebbe stata senz'altro più apprezzata e avrebbe reso il contesto ancora più estremo e gradito.

… e comunque acquistare il merchandising, ormai caro come un chiodo di Nostro Signore, verso la fine del tour è diventato frustrante, in quanto diverse taglie delle t-shirt risultano indisponibili (che vuol dire avere solo taglie S o XL?) e minano un'accurata scelta da parte del fan feticista di turno.
Si torna a casa.

Hail Seitan!

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