Dopo la sfortunata gig del Rock the Castle di qualche anno fa, almeno a livello personale, decido di dare ai Judas Priest un’altra opportunità, nonostante le performance dei Nostri, ultimamente, non siano esattamente quelle a cui in passato ci avevano abituato. Gli anni passano, i musicisti se ne vanno o invecchiano. Rob non ha lo stesso smalto dei bei tempi andati. Tuttavia i Judas sono i Judas e… beh, alla fine ho dovuto ricredermi su tutto.
Premetto: la mia presenza è strettamente legata al passaggio in macchina fino a Milano, ma devo dire che non sono mai stato così contento nell’aver preso una decisione del genere. Il concerto si è rivelato una sorpresa su tutti i fronti, a partire da quello dell’affluenza che giudicavo scarsa, trovandomi infine dentro un palazzetto gremito. I Judas sono in grande spolvero, soprattutto dopo aver inciso un nuovo album di pregevole fattura osannato da fan e stampa a livello mondiale. Chiude la cornice la presenza di spalla di due band non certo anonime: i Saxon, pionieri della NWOBHM, e il gruppo di Phil Campbell, chitarrista dei rimpianti Motorhead.
Parto proprio da Phil: mi aspettavo una gig incentrata completamente su pezzi della sua storica band, come del resto facevano capire le loro ultime setlist. Mi trovo davanti un’esibizione focalizzata prevalentemente sui loro pezzi, se non vogliamo considerare qualche preziosa chicca dei Motorhead (Going to Brazil) presente in scaletta. La band di Phil funziona, anche se non ha il carisma della precedente (e non potrebbe mai averlo. Ndr). Li perdono, vista la presenza di un classico come Born to Raise Hell, amata dal sottoscritto più per ragioni personali che per il pezzo stesso. La band la tira fino all’inverosimile facendo giocare il pubblico, cosa che io denigro a prescindere. Altri due pezzi di Lemmy & Co. avrebbero fatto comodo… Ace of Spades trionfa come sempre, ma la mancanza di una certa presenza sul palco si fa sentire.
Pausa. Tocca ora ai Saxon, presenti anch’essi nell’ultima esibizione del Rock the Castle. Il gruppo di Biff è gioia per occhi e orecchie, anche se a questo giro manca la mia preferita, Crusader. Una canzone non basta a giudicare la performance di una band, e i Saxon non possono certo essere messi in discussione. Inizio ad apprezzare meglio questi concerti nei palazzetti, dove band di un certo calibro funzionano decisamente meglio rispetto ad un festival in piena luce del sole.
I vecchi pezzi dei Saxon troneggiano su una platea che è già carica, ma è con l’arrivo dei Judas che il pubblico si scatena davvero. Arrivo in seconda fila, proprio davanti a Richie, in una opener come Panic Attack che è come un pugno sui denti. E qui iniziamo a vedere qualche differenza rispetto all’ultima gig in cui li ho visti presso Villafranca di Verona. I Judas Priest sono in forma, e anche lo stesso Rob è più imponente a livello di voce e ci regala qualche acuto alla vecchia maniera.
Il concerto diventerà sempre più maestoso, a tratti emozionante. A parte la presenza dei soliti classici, Rob e soci rispolverano qualche vecchia chicca (Devil’s Child) oltre a pochissime song tratte dal nuovo album. Proprio da questo arriva la bellissima Crown of Thorns, la mia colonna sonora del momento. L’esecuzione è ineccepibile, a volte struggente. Halford la interpreta in maniera magistrale (a chi l’hai dedicata, Rob, pugno al cielo, proprio sul palco?). Segue Turbo, come se non bastasse…
Le emozioni non sono finite, anche perché nelle ultime due song appare Glen, malato ma con ancora tanta dignità. I Judas vengono acclamati dalla folla, complice una prestazione magistrale, oltre ogni aspettativa.
Vi risparmio la descrizione sui grandi classici della band: ci sono tutti, forse anche qualcosa in più. Il rientro a casa è pesante, ma ne è valsa ancora una volta la pena. Passano gli anni, ma i Judas ci sono ancora, fortunatamente.
Setlist Judas Priest
Invincible Shield Tour Anthem
Panic Attack
You've Got Another Thing Comin'
Rapid Fire
Breaking the Law
Lightning Strike
Devil's Child(tour debut)
Saints in Hell
Crown of Horns
Turbo Lover
Invincible Shield
Victim of Changes
The Green Manalishi
Painkiller
Encore:
The Hellion
Electric Eye
Hell Bent for Leather
Metal Gods (with Glenn Tipton)
Living After Midnight (with Glenn Tipton)
Setlist Saxon
The Prophecy
Hell, Fire and Damnation
Motorcycle Man
Sacrifice
There's Something in Roswell
And the Bands Played On
Madame Guillotine
Heavy Metal Thunder
Strong Arm of the Law
747 (Strangers in the Night)
Denim and Leather
Wheels of Steel
Princess of the Night
Setlist Phil Campbell and the Bastard Sons
We're the Bastards
Schizophrenia
Going to Brazil (Motörhead cover)
Freak Show
High Rule
Born to Raise Hell (Motörhead cover)
Dark Days
Ace of Spades (Motörhead cover)
Strike the Match
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